“Crollo della Marmolada colpa del surriscaldamento, entro il 2030 i suoi ghiacciai spariranno”
Il destino dei ghiacciai della Marmolada sembra essere segnato: entro il 2030 la maggior parte di loro scomparirà. I crolli come quello che ha travolto almeno 30 alpinisti nel pomeriggio di ieri, causando la morte di almeno 7 persone, 9 feriti e oltre una decina di dispersi, saranno sempre più frequenti. Lo ha spiegato a Fanpage.it il glaciologo Claudio Smiraglia, ex docente dell'Università di Milano e membro del Comitato Glaciologico Italiano. "Se guardiamo le foto di qualche anno fa possiamo notare che il ghiaccio ricopriva quasi tutta la parete di roccia della cima della Marmolada. Ora i ghiacciai sono frammentati in piccoli lembi e questo favorisce i crolli. Questi avvenimenti sono il frutto del cambiamento climatico".
Cosa ha causato il disastro della Marmolada?
Il crollo di un piccolo ghiacciaio sospeso che si trovava appena sotto la cima della montagna. Non si tratta in senso stretto di una valanga, ma dello scioglimento dei ghiacci: il fenomeno è legato sia alla dinamica dei ghiacciai in generale sia al surriscaldamento globale. Fino a qualche anno fa la parete della montagna era quasi interamente ricoperta di ghiaccio. Questo genere di crolli sarà sempre più frequente perché i ghiacciai sono ora frammentati in piccoli lembi. Le temperature elevate delle ultime settimane favoriscono lo scioglimento e l'infiltrazione di acqua nei crepacci. Il crollo è avvenuto sulla via d'ascensione della Marmolada e ha quindi interessato gli alpinisti.
Ci sono segnali ai quali gli escursionisti devono stare attenti per evitare zone a rischio?
È difficile notarli: la natura dà sempre segnali, ma sono quelli che tutti percepiamo. Con l'aumento della temperatura per esempio è possibile sentire l'acqua che gorgoglia sotto il ghiaccio, ma è difficile che questo blocchi un alpinista perché non sempre questi campanelli d'allarme indicano che ci sarà un crollo da lì a poche ore. Dovrebbero essere eseguiti dei rilievi sui ghiacciai che però richiedono strumenti specifici che non tutti hanno. Il segnale più importante che un esperto può rilevare è l'accelerazione del movimento del ghiaccio, ma è un dato che può raccogliere solo una persona del mestiere. Ai più sono invece visibili i crepacci, ma non sempre è possibile individuarli ore prima di un crollo o giorni prima.
I ghiacciai di questa montagna sono davvero condannati a sparire entro il 2030?
Sì, il loro destino è segnato. La sorte dei ghiacciai più piccoli non può essere modificata nei prossimi decenni, neppure con una politica ambientale pertinente per invertire la rotta del cambiamento climatico. Il versante della Marmolada che oggi risulta frammentato era interamente coperto di ghiaccio fino a qualche anno fa. Stiamo andando verso un paesaggio alpino molto più vicino a quello degli Appennini: piccoli ghiacciai instabili ad alta quota. Ne consegue ovviamente un rischio crolli maggiore.
C'è il rischio che possano esserci nuove valanghe durante le operazioni di soccorso?
Assolutamente sì, il ghiaccio è più instabile che mai. Se guardiamo le foto post-disastro, possiamo vedere che la parete di ghiaccio è spessa ma comunque in bilico: può scivolare a valle in pochissimo tempo.