Crollo del ponte Morandi, le richieste della procura: “A processo 59 indagati e le 2 società”
La procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per 59 persone per il crollo del ponte Morandi. Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, omissione d'atto d'ufficio, e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sul lavorio. I pm contestano ad alcuni indagati anche la colpa cosciente ("ci fu immobilismo e consapevolezza dei rischi"). Chiesto il giudizio per le società Aspi e Spea. Nel disastro, avvenuto il 14 agosto 2018, persero la vita 43 persone.
Dieci le posizioni stralciate in attesa di ulteriori approfondimenti. Tre indagati, dei 71 iniziali, sono morti prima della chiusura delle indagini. L'inchiesta della procura ligure è durata quasi tre anni e vede coinvolti, a vario titolo, ex manager e dirigenti di Autostrade per l'Italia, di Spea e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Fra coloro per i quali il pm chiede il processo Giovanni Castellucci, l'ex amministratore delegato di Aspi, Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, ex numeri 2 e 3 del concessionario.
“Il momento emotivamente più critico – ha dichiarato il procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio, che ha coordinato il lavoro dei sostituti Massimo Terrile e Walter Cotugno – è stato il 14 agosto 2018, quando abbiamo ricevuto la notizia. Oggi c’è la massima soddisfazione, con la consapevolezza che i miei colleghi hanno fatto un gran lavoro, sono stati straordinari“.
Ora toccherà al gup convocare la prima udienza, che potrebbe tenersi già entro l'estate, fissando l'eventuale inizio del processo vero e proprio in autunno.