Crollo a Napoli, lavori a rilento e nuovi sigilli
I lavori di messa in sicurezza del palazzo Guevara di Bovino a Napoli, crollato per metà lo scorso 4 marzo, vanno a rilento: si prevede non meno di un mese. Intanto, oggi è stata messa sotto sequestro, in via precauzionale, la chiesa di Santa Maria della Neve, poco distante. Lo scorso 6 marzo, a causa di forti raffiche di vento e pioggia (qui il servizio) sono caduti alcuni calcinacci dal cornicione dell'edificio e di un palazzo accanto. L'intervento dei vigili del fuoco ha poi rilevato la presenza di una lunga crepa nella facciata della chiesa: da lì il provvedimento notificato ieri sera dall'ufficio sicurezza abitativa del Comune di Napoli in cui si diffidano i proprietari da mettere in sicurezza l'edificio, chiuso al pubblico.
Si continua a ragionare, intanto, sulle cause del crollo e sugli eventuali altri rischi. Alcuni consiglieri comunali hanno riunito ieri numerosi esperti: urbanisti, architetti, ingegneri. Sotto la lente i lavori della metro, linea 6 condotti dall'Ansaldo. C'è un'inchiesta in corso, condotta dai pm Giovanni Corona e Fabrizia Pavani e sono stati emessi già 24 avvisi di garanzia.
Come denunciato a più riprese da diversi geologi, la deviazione di una delle tre falde acquifere sotterranee avrebbe eroso il terreno sotto lo stabile e potrebbe essere la causa del cedimento della struttura. L'architetto e urbanista Aldo Loris Rossi non ha dubbi: "Un'opera inutile e dannosa, non doveva essere iniziata e l'abbiamo denunciato venti anni fa per la prima volta". Gli sfollati, alcuni dei quali presenti all'assemblea, però sono stanchi: si sentono presi in giro, sono stati privati della propria casa, e il 21 marzo – scadenza della convenzione dell'Ansaldo con gli albergatori che stanno ospitando le famiglie – potrebbero ritrovarsi per strada.