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Crolla la Quercia delle streghe, albero-monumento dell’Abruzzo: aveva 400 anni

È crollata a Loreto Aprutino, vicino al passo Cordone, per una potatura non corretta, la monumentale “Quercia delle Streghe”, una roverella di oltre 400 anni, con una circonferenza del fusto di 6,40 metri. Wwf: “Non si è stati capaci di proteggere il patrimonio naturale”
A cura di Biagio Chiariello
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Una potatura sbagliata e la Quercia delle Streghe, il "gigante" di Loreto Aprutino, vicino al passo Cordone, in Abruzzo, è stata abbattuta. Italia Nostra riferisce che la monumentale roverella di ben 6,40 metri di diametro del fusto è crollata lo scorso 23 gennaio. La leggenda vuole che l'albero portasse questo nome perché in tempi lontani le donne si radunavano sotto i suoi imponenti rami per preparare pozioni magiche.

Otto mesi fa era stata effettuata una “valutazione specialistica” del proprietario al Comune, che appunto ne aveva autorizzato la potatura. Come stabilito dai criteri attuativi della legge 10/2013, infatti, chi sia proprietario di un albero monumentale non può tagliarlo o potarlo senza chiedere il permesso all'amministrazione comunale, ai Carabinieri forestali, alla Regione e al ministero.

La roverella (Quercus pubescens) era stata potata per una parte della sua circonferenza, lasciando solo un enorme ramo che è crollato sulla macchina del proprietario. Una scelta fortemente criticata dal WWF: “Col senno di poi anche un bambino poteva prevedere che il grosso ramo sarebbe crollato dividendo in due il fusto ed anche un ignorante in materia poteva prevedere che il tronco si sarebbe aperto a metà“.

L'associazione, sottolinea come anno dopo anno, il nostro patrimonio forestale monumentale si stia assottigliando sempre di più. "Gli alberi sono esseri viventi che stanno all’apice di un percorso evolutivo; perdere queste specie significa perdere un patrimonio genetico di conoscenza e di adattamento alla Vita sulla Terra, un patrimonio naturale di cui non comprendiamo tutti i legami strettissimi che ci riguardano ma da cui dipende la nostra sopravvivenza".

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L'Abruzzo è la seconda regione italiana per quantità di alberi monumentali. La Quercia delle streghe era nota da molti anni, documentata nei primi censimenti forestali degli alberi monumentali. Si racconta che avendo il fusto cavo in tempo di guerra vi si nascondevano il grano e altri generi alimentari, a volte anche i partigiani.

Quello di Loreto Aprutino non è un caso isolato, ricordano Italia Nostra e Wwf: "Gli Alberi monumentali sono abbandonati a loro stessi – denunciano le associazioni – Dopo la quercia di Roccamontepiano, abbattuta senza appello nel periodo del lockdown, è necessario attuare strategie concrete di conservazione se non vogliamo continuare a perdere gli alberi monumentali.

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