Cristina Golinucci, la famiglia si oppone ancora all’archiviazione. La mamma: “Presa in giro per 32 anni”
La famiglia di Cristina Golinucci, scomparsa quando aveva 21 anni a Cesena il 1° settembre del 1992, si oppone ancora una volta all'archiviazione delle indagini da parte della Procura di Forlì.
"Abbiamo depositato la nostra opposizione alla seconda richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Forlì", spiega l'avvocata Barbara Iannuccelli che assiste la madre della ragazza sparita, Marisa Degli Angeli.
Come ha precisato la legale della famiglia di Golinucci, si tratta della seconda richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio contro ignoti dopo la più recente riapertura del caso, la decima da quando la giovane scomparve dal convento dei cappuccini dove aveva un appuntamento con un frate.
La ragazza, tuttavia, non avrebbe mai visto l'uomo con cui si sarebbe dovuta incontrare, sparendo nel nulla. "La logica – prosegue ancora Iannuccelli – impone di cercarlo e interrogarlo e non di chiudere e affidarsi al destino. In una società civile lo Stato deve dare risposte a una mamma che cerca la verità su sua figlia da 32 anni. Altrimenti civile non è".
La testimone: "Ho visto Cristina litigare con un frate"
Nelle 10 pagine del documento presentato dagli avvocati si leggono le motivazioni dei legali che dovrebbero convincere il giudice a proseguire con le indagini.
Viene citato un audio inviato a Marisa Degli Angeli a febbraio 2023 da una donna, di professione parrucchiera, che riporta il racconto fatto da una sua cliente a pochi giorni dalla scomparsa di Cristina. La cliente disse, che un’altra donna le avrebbe riferito di aver visto la giovane litigare nel parcheggio del convento.
"Io l'ho vista insieme a questo signore, che era più grande di lei e aveva una chierica, come se fosse un frate. Discutevano animatamente e a un certo punto lui la coccolava", avrebbe detto la testimone mai identificata.
Il frate ha spiegato agli inquirenti che quella ragazza non era Cristina ma gli avvocati chiedono di scavare più a fondo, come spiega ancora Iannuccelli, intervistata da Tgr Emilia-Romanga: "L'unico che ha potuto dire che quella non era Cristina è probabilmente la persona che stava litigando con lei quel giorno".
Il ruolo di Emmanuel Boke
Infatti, secondo i legali della famiglia, il frate (oggi scomparso) avrebbe voluto depistare le indagini, perché l’uomo in lite con Cristina nel parcheggio sarebbe stato proprio lui. Lo proverebbe una conversazione in carcere tra il padre spirituale di Cristina (anche lui deceduto) ed Emmanuel Boke, ragazzo sudafricano ospite del convento che fu per un periodo il principale indiziato. Confessò infatti di aver ucciso la giovane, ma poi ritrattò.
La famiglia chiede di rintracciarlo. "Questo ragazzo di colore è stato condannato due anni dopo (la scomparsa, ndr) per la violenza sessuale ai danni di due ragazze cesenati e, confrontando le sue impronte digitali, hanno visto che è ricercato in Francia per altri reati sessuali", ha spiegato ancora Iannuccelli, che conclude: "Emmanuel Boke si deve trovare".
La mamma di Cristina Golinucci: "Presa in giro per 32 anni"
“Mi sembra di essere stata presa in giro per 32 anni”, ha detto a Repubblica Marisa Degli Angeli, la mamma di Cristina. “Tutto quello che desidero è seppellirla vicino a mio marito”.
Sabato 13 giugno nel giardino di Ronta dedicato alla 21enne ci sarà un sit in dalle 10 alle 12, con una raccolta firme contro l’archiviazione del caso.