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Crispiano, picchiano e accoltellano un cane perché voleva giocare con loro: caccia al branco

Il cucciolo aggredito da un gruppo di ragazzini nella villa comunale di Crispiano, in provincia di Taranto. Recuperato dai volontari di un’associazione, ora sta bene e cerca una casa. Sporta denuncia per individuare i responsabili di questo gesto ignobile.
A cura di Biagio Chiariello
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L’hanno preso a calci e pugni, e ferito ad un fianco con un coltello, solo perché voleva giocare rincorrendo il loro pallone. Vittima di questa assurda e insensata violenza è Max, un cane di un anno brutalmente aggredito da un gruppo di ragazzini nella villa comunale di Crispiano, in provincia di Taranto.

I fatti sarebbero avvenuti lunedì scorso, come emerge da una prima ricostruzione delle volontarie dell’associazione ‘La casa di Luna Odv', intervenute per soccorrerlo, dopo aver ricevuto una segnalazione sulla presenza di un cane sofferente nella villa.

La presidente Nadia Todisco racconta: "Mercoledì siamo state contattate da alcuni cittadini che avevano visto Max nella villetta: era abbattuto e si nascondeva. Un comportamento anomalo per lui, che è docile, molto giocherellone soprattutto con i bambini e va incontro alle persone che gli offrono del cibo".

Intervenuti sul posto – non senza fatica – i volontari sono riusciti a recuperare l'animale, comprensibilmente terrorizzato dalla presenza di esseri umani, a portarlo da un veterinario e a prestargli tutte le cure del caso. Per capire cosa potesse essere successo hanno chiesto ad alcune persone presenti in villa.

Queste hanno spiegato che il cagnolino, vedendo alcuni ragazzini che giocavano, aveva iniziato a rincorrere il loro pallone. Il suo intervento evidentemente non era gradito: il branco si è infatti accanito su di lui, colpendolo violenti calci e pugni sul muso e sul corpo, ferendolo poi presumibilmente un coltellino.

Ora Max si trova presso le volontarie; sta meglio ma è terrorizzato, e dopo quanto accaduto si dovrà attendere qualche tempo prima di reimmetterlo sul territorio, per cui resterà con loro in attesa di una adozione.

"Abbiamo sporto denuncia – si conclude il post -, e grazie alla presenza della telesorveglianza cercheremo di capire chi è questo ‘capobranco da riformatorio'. Facciamo famiglia intorno ad un essere vivente ferito nel corpo e nell'animo".

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