Crisi Russia-Ucraina, Cingolani: “Il prezzo del gas rimarrà alto, riunito il comitato d’emergenza”
La tensione tra Russia e Ucraina, con i venti di guerra sempre più forti, si riflette sempre di più sul gas esportato in Italia. Il suo prezzo, infatti, rimarrà alto in questi mesi, contro le previsioni che parlavano di un congelamento a marzo della fiammata crescente degli ultimi mesi. A certificarlo è il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, in un'informativa alla Camera sull'incremento dei costi dell'energia e sulle misure adottate per contrastarne gli effetti. Secondo il ministro è già stato riunito il comitato nazionale d'emergenza sul gas e «la situazione è di monitoraggio costante, in coordinamento con le istituzioni europee».
Ora è allo studio in Italia un piano economico d'emergenza, con le possibili misure che includono «una maggiore flessibilità dei consumi di gas, come interrompibilità al settore industriale e regole sui consumi nel settore termoelettrico». Al livello europeo, invece, sono in corso consultazioni rapide della Commissione europea per prendere ulteriori decisioni urgenti.
La situazione, per Cingolani, è particolarmente delicata e si aggrava con il passare dei giorni. Al momento, però, è difficile fare previsioni, anche se difficilmente si potrà tornare ai valori di un anno fa.
«Pochi mesi fa– aggiunge il ministro- ho riferito a quest'aula che gli analisti pensavano che dopo marzo, con le vicende di Nord Stream chiarificate, avremmo avuto una stabilizzazione dei costi. Era quasi un'altra epoca». Cingolani, poi, ribadisce che questi rincari non dipendono dalla Transizione ecologica, perché solo una parte minoritaria sarebbe attribuibile all'aumento dei prezzi della CO2, mentre le ragioni dietro al boom, a parte la crisi geopolitica attuale, sono «contingenti e anche strutturali». Tra i motivi principali ci sarebbero: una ripresa economica globale più rapida del previsto, che ha trainato la domanda e i costi di tutte le materie prime, l'accelerazione della transizione da carbone a gas imposta da alcuni impegni internazionali sulla decarbonizzazione (come per la Cina) e le difficoltà nelle filiere di approvvigionamento. Quindi ribadisce che il percorso ecologico in Italia va seguito con convinzione.