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Covid 19

Crisanti: “Il rischio di chiudere di nuovo è molto alto. La variante indiana è preoccupante”

“Non siamo il Regno Unito e rischiamo di dover chiudere di nuovo tutto”, lo ha detto il professor Andrea Crisanti ospite di Otto e mezzo, la trasmissione de La 7 condotta da Lilli Gruber. “Se fai il coprifuoco si riduce la probabilità che la gente si incontri e che quindi il virus si trasmetta” dice il virologo.
A cura di Biagio Chiariello
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"Se allentiamo le misure di restrizione, il contagio è destinato ad aumentare. La scommessa è quindi che il Covid rallenti la sua diffusione mentre si accelerano le vaccinazioni. Ma non siamo al livello dell'Inghilterra e quindi il rischio che corriamo è grandissimo perché le varianti si creano man mano che il virus si diffonde e alcune possono superare la barriera del vaccino". Lo afferma Andrea Crisanti, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.

Poi c'è il tema delle varianti, l'ultima delle quali è quella indiana scoperta in Veneto. "Bisogna considerare che in Italia si sequenziano pochissimo i virus dunque il fatto di aver scoperto due casi ci dice che probabilmente il virus già circola con quella mutazione". Un'insidia in più per la campagna vaccinale. "Finché faremo circolare il virus c'è il pericolo di far circolare anche le varianti", ha aggiunto Crisanti facendo l'esempio del Cile: "In quel paese sono stati vaccinati il 75% dei cittadini con un vaccino che copre al 50%, appena hanno riaperto tutto sono stati invasi dalle varianti".

Per questo penso che il rischio di richiudere sia molto alto, facendo così un grave danno a tutti, perché chi riapre chiede anzitutto la sicurezza di non dover richiudere".

"L'analisi della pandemia è principalmente un problema probabilistico, ed è evidente che il virus si trasmette alle 8 del mattino come alle 23 di sera, ma se fai il coprifuoco si riduce la probabilità che la gente si incontri e che quindi il virus si trasmetta" dice ancora il virologo. "Il problema non è il ristorante come luogo, so che ci sono tanti ristoratori che hanno messo in sicurezza il proprio locale spendendo anche molti quattrini. Ma il problema è cosa facciamo noi al ristorante e non si può dire che non ci si infetta. Se i casi sono diminuiti dopo che li abbiamo chiusi, è evidente che un contributo lo danno" dice Crisanti.

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