Crisanti dice che chi non fa il vaccino anti covid si contagerà entro 18 mesi
Chi non si vaccina contro il coronavirus ha un elevato rischio di finire contagiato entro i prossimi 18 mesi, lo sostiene Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova. Per Crisanti infatti le nuove varianti covid come quella delta hanno dimostrato di essere sempre più contagiose, riuscendo in parte a bucare anche i vaccini quindi chi non è vaccinato ora rischia molto di più rispetto a prima. "Chi non si vaccina si infetterà entro un anno e mezzo", ha dichiarato l'esperto oggi, commentando l’attuale situazione epidemiologica a ‘TimeLine' su SkyTg24, sottolineando che "Le nuove varianti che infettano anche i vaccinati sono un elemento di preoccupazione".
Del resto per Crisanti ormai non "non ci sono più alibi sui vaccini" perché ormai non possono più essere considerati sperimentali. "Penso che l’approvazione definitiva dell’Fda elimina le ambiguità che erano nate sull’approvazione iniziale: ho sentito persone che dicevano che il vaccino non era sicuro perché autorizzato in via emergenziale. Ecco ora sono finiti gli alibi" ha dichiarato il professore riferendosi al via libera definitivo da parte dell'ente regolatore statunitense al vaccino anti covid Pfizer biontech che finora veniva usato grazie a un'autorizzazione d'emergenza in base ai dati dei test. L'inoculazione del vaccino milioni di persone infatti no ha mostrato livelli di efficacia e sicurezza ottimi sotto tutti i punti di vista. "Dopo 4 miliardi di dosi gli effetti collaterali sono minimi e reversibili. Insomma sono vaccini estremamente sicuri" ha tenuto a sottolineare Crisanti.
L'approvazione in via definitiva del vaccino Pfizer da parte dell'Fda "apre le porte a provvedimenti di legge che possono indurre all'obbligo della vaccinazione" ha affermato ancora Crisanti ricordando che ora "non c'è più questo alibi formale che veniva utilizzato" in quanto "Dal punto di vista giuridico diventa un vaccino approvato". su questa linea in effetti si stanno muovendo gli Stati Uniti dove il Pentagono renderà obbligatorio per tutte le truppe americane e i riservisti il vaccino anti-Covid.
Parlando della terza dose, che già è partita in alcuni Paesi come Israele, il docente universitario invece è più cauto. "L'esigenza della terza dose deriva dal fatto che molte persone fragili e gli anziani si ammalano nonostante le due dosi di vaccino e si ammalano anche gravemente. Ad oggi non sappiamo perché accade, se è l'immunità della vaccinazione che sta perdendo effetto o la colpa è delle nuove varianti resistenti al vaccino. L'esperienza di Israele ce lo dirà e vedremo se la terza, la quarta o la quinta dose di vaccino servono davvero o il loro effetto è limitato" ha spiegato Crisanti.