Crepe nella diga di Ataturk, l’esperto: “Sisma Turchia metterebbe in crisi qualsiasi tipo di struttura”
Il sisma cha colpito la Turchia e la Siria ha raso al suolo numerose città, provocando la morte di migliaia di persone, ma lo spostamento di ben tre metri del territorio dell'Anatolia, sembra aver danneggiato anche strutture imponenti come quella della diga di Atatürk nel sud-est della Turchia.
Dal paese giungono notizie secondo cui "ci sono molte crepe nella diga". Al momento non è stato diramato alcun allarme dalle autorità locali ma le zone circostanti sono state evacuate in via precauzionale, mentre gli esperti monitorano la situazione con dei sopralluoghi intorno alla vasta area.
“Si tratta di una diga molto vicina all'area sismica – spiega a Fanpage.it Iunio Iervolino, professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l'Università di Napoli Federico II – purtroppo non possiamo dire quanto e come sia stata danneggiata poiché servirebbero dei sopralluoghi per capirne l'entità, ma un terremoto come quello che c'è stato in Turchia metterebbe in crisi qualunque struttura”.
Quella di Atatürk è la "terza diga più grande del mondo per invaso, con 48 miliardi di metri cubi di acqua ed è molto lunga visto che si estende per 1.800 metri, si tratta di una diga in calcestruzzo con un sistema complesso molto efficiente". Quello dei terremoti e delle grandi strutture come le dighe è un tema che però esiste, come spiega l'esperto.
“Le dighe in zona sismica sono certamente un problema, perché sono soggette a due cose: alle vibrazioni e agli spostamenti permanenti del suolo – continua il professore – ma quando la diga è molto lunga come in questo caso gli spostamenti possono essere diversi alle estremità della stessa e quindi ci può essere una rottura”.
Su quali potrebbero essere i danni provocati dalla rottura di una diga, il professore Iervolino spiega che "se una diga fallisce oltre a un danno al sistema idrico energetico, si espongono le comunità che ci vivono intorno a rischi molto grandi". “Quello delle dighe è un tema che anche in Italia si affronta ormai da tempo – spiega – il terremoto de L'Aquila fu di magnitudo 6.3, quindi un punto e mezzo di magnitudo in meno (si pensi che un punto di magnitudo in meno vuol dire 30 volte di meno energia) e in quel caso la diga di Campotosto fu guardata con attenzione”.
Nonostante l'imponenza e il sistema efficiente utilizzato per la costruzione della diga di Atatürk, il professore Iervolino conclude dicendo che "qualunque opera di ingegneria civile può essere messa in crisi da un terremoto". Questo vuol dire che quando si progettano strutture come questa, nonostante lo si faccia valutando tutti i possibili rischi "ci può sempre essere un terremoto possibile peggiore di quello tenuto in conto nel progetto".
“La parola antisismica è fuorviante – spiega il professore – io ai miei studenti lo dico sempre, perché si pensa a qualcosa che possa resistere a ogni tipo di terremoto, ma questo non è nelle capacità di nessuno: si progettano strutture che possono resistere a determinati terremoti a noi noti accettando il rischio come società che ne possa giungere sempre uno peggiore”.