Covid, Sebastiani a Fanpage.it: “Aumentano i contagi, la situazione peggiorerà da qui ad agosto”
Dopo il Portogallo, la Germania e il Regno Unito i contagi Covid e i decessi sono tornati ad aumentare anche in Italia: dopo 6 settimane consecutive di discesa la curva dei casi è tornata a piegarsi verso l’alto e nella settimana dal 6 al 12 giugno sono state quasi 30mila in più le infezioni registrate rispetto alla settimana precedente. Secondo gli esperti l'aumento è causato della diffusione della sottovariante Omicron 5, ma serviranno ancora alcuni giorni per capire se siamo all’inizio di una nuova ondata o se la situazione tornerà sotto controllo in tempi rapidi. Giovanni Sebastiani, primo ricercatore presso l'Istituto per le Applicazioni del Calcolo "M. Picone" del CNR, spiega che tra le cause del nuovo incremento delle infezioni non ne vanno dimenticate due, in particolare: le reinfezioni e soprattutto il calo della protezione dei vaccini.
Professore, perché i contagi sono tornati ad aumentare?
In assenza di un evento scatenante "macroscopico" (inizio scuole, rilascio obbligo mascherine, ecc) e non disponendo dei dati sul sequenziamento dei ceppi, considerato inoltre che l'aumento è iniziato circa dieci giorni fa, è difficile rispondere con esattezza. Ritengo tuttavia che le cause principali possano essere tre: lo sviluppo di nuove varianti più diffusive come Omicron BA.5; le reinfezioni; e il calo dell'efficacia dei vaccini, che dopo nove-dodici mesi si riduce ad appena il 5% circa nei confronti di Omicron.
Quali sono le province italiane in cui i contagi crescono di più?
Al momento 86 province su 107 mostrano un trend di aumento dell'incidenza su 100mila abitanti. Di queste, 17 hanno un valore di incidenza (numero di nuovi casi positivi a settimana per 100mila abitanti, ndr) nella settimana scorsa maggiore del 50% rispetto a due settimane fa. Si tratta, per l'esattezza, delle seguenti:
- Forlì-Cesena 279 52%
- Modena 236 54%
- Parma 262 59%
- Pordenone 216 106%
- Udine 235 52%
- La Spezia 294 72%
- Lecco 170 66%
- Mantova 168 52%
- Monza e Brianza 232 59%
- Pesaro e Urbino 190 51%
- Campobasso 221 50%
- Biella 194 51%
- Novara 149 58%
- Verbano-Cusio-Ossola 171 82%
- Barletta-Andria-Trani 213 57%
- Enna 286 61%
- Verona 223 56%
L'aumento delle infezioni dunque non è localizzato ma, in misura differente, coinvolge ormai gran parte dell'Italia.
Secondo lei gli attuali dati sulle infezioni sono sottostimati?
Sì, e di molto. Il ricorso ai tamponi molecolari è diminuito sensibilmente e ci si affida sempre più a test antigenici che generano un gran numero di falsi negativi. Poi ci sono molte persone che usano solo tamponi "fai da te" domestici, e in quel caso non si è neppure tenuti a registrare l'eventuale positività al virus. Sta alla loro coscienza decidere se osservare o meno un periodo di isolamento.
Alla luce delle sue considerazioni possiamo parlare di una nuova ondata?
Lo vedremo nelle prossime settimane, abbiamo bisogno di un periodo di osservazione più lungo. Indubbiamente in estate gli assembramenti al chiuso, dove avviene la trasmissione tramite aerosol, diminuiscono. Non dimentichiamo però che la variante Delta si è sviluppata in India molto probabilmente a causa di riti religiosi di massa che si svolgevano all'aperto. Difficile quindi dire se siamo all'inizio di una nuova ondata, ma temo che da adesso a fine agosto la situazione molto probabilmente peggiorerà, sebbene sia ancora impossibile dire quanto, anche perché comunque prenderemo delle contromisure. Non dimentichiamo che la diffusività di Omicron e delle sue sottovarianti è altissima, e che essa come detto si combina con altri fattori: la fine di molte restrizioni, il minor ricorso alle mascherine e il netto calo della protezione dei vaccini. Un ulteriore impulso alle infezioni potrebbe essere dato dall'inizio delle vacanze estive. Insomma, ci attende un periodo complicato. Non dimentichiamo che Omicron può essere ancora molto grave verso i soggetti fragili e quelli non ancora vaccinati, o vaccinati da molto tempo. Per questo per le categorie fragili è importante la quarta dose
In vista dell’autunno e del prossimo inverno qual è, secondo lei, lo scenario più probabile?
Sappiamo già quali saranno i fattori "macroscopici" che potrebbero determinare un aumento dei contagi a partire dall'autunno: le scuole riapriranno, aumenterà la mobilità di milioni di persone e si frequenteranno molto più che in estate luoghi chiusi. La speranza a questo punto è che le cause farmaceutiche sviluppino vaccini mirati alle varianti che si stanno diffondendo: si dice che a settembre potrebbe esserne pronto uno specifico per Omicron, ma le informazioni al riguardo sono ancora insufficienti. Dopodiché ritengo per avere un controllo ottimale dell'epidemia dobbiamo continuare a difenderci con tutti gli strumenti a disposizione: dosi multiple di vaccino, farmaci antivirali, anticorpi monoclonali, riduzione del numero medio di contatti, mascherine, ecc., in attesa che il virus evolva naturalmente verso una variante all'anno, in modo che si possano progettare come per l'influenza vaccini da somministrare periodicamente su base annuale ai soggetti più vulnerabili.