Covid, Pregliasco dopo annuncio dell’Oms: “Virus ci sarà sempre, vaccino consigliato”
"L'Oms non ha dichiarato la fine della pandemia, ma il fatto che non c'è più un'emergenza sanitaria. Bisogna evidenziare che non possiamo parlare di una standardizzazione, cioè non possiamo dire che oggi c'è la pandemia e domani non c'è più". Così Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università di Milano, che a Fanpage.it ha fatto il punto della situazione Covid a margine dell'annuncio dell'Oms sulla fine dell'emergenza Covid.
Nelle stesse ore è stato pubblicato il bollettino settimanale che parla di 166 morti. Non sono cifre spaventose, ma fanno capire che il virus c'è" sottolinea l'esperto.
Oms, è finita l'emergenza Covid. Cosa succede ora?
Il messaggio da dare dopo 1221 giorni dalla dichiarazione dell'inizio della pandemia è che oggi è finito l'aspetto dell'emergenza sanitaria. La risposta alla domanda che molti si fanno è che il virus c'è e ci sarà ancora. E sarà una presenza con onde di salita e di discesa.
Se non ci sarà una variante aggressiva e particolare, saranno onde come quelle di un sasso in uno stagno con un lento degradare. E momenti magari diversi nei periodi e nel mondo di salita e discesa. Per esempio non stiamo abbastanza bene, a differenza della Francia dove stiamo notando un rialzo o in India dove sono messi male.
Cosa aspettarci nei prossimi mesi?
Il fatto è che questo virus continua a riuscire nella sua sporca opera perché continua a modificarsi. E le fa con aspetti vantaggiosi per la propria evoluzione. In questo brodo di varianti stanno prevalendo quelle che maggiormente si diffondono. In un mondo e in una popolazione che ha una immunità ibrida. Ognuno di noi in Italia e nel mondo si è vaccinato, infettato, poi vaccinato e re-infettato. E quindi ci siamo rafforzati. Ma il virus può ancora uccidere, soprattutto i fragili e i soggetti che non sono ri-vaccinati.
Per il Covid non c'è una stagionalità precisa. Ma è certo che nel periodo invernale, aumentando i fattori di rischio, è più facile restare contagiati. In tale ottica dovrebbe esserci la pianificazione di una vaccinazione su base annuale e su base di raccomandazione, che poi è targettata alla proposta per i soggetti per i quali è consigliato il vaccino antinfluenzale.