Covid, perché i bambini sono i più colpiti dalla crisi economica
La povertà minorile torna a crescere. E non è un dettaglio. La pandemia ha sicuramente avuto un impatto spaventoso sulla salute, ma anche sull'economia, e a pagare le spese sono e saranno – ancora una volta – i bambini. Dal 2005 in poi il dato sulla povertà che riguarda gli under 18 è stato sempre in crescita, non si è mai fermato. Dal 2010 in poi è aumentato ancora più velocemente. Secondo uno studio di Openpolis, elaborato sui dati preliminari dell'Istat sulla povertà assoluta, era già evidente che con il calo del prodotto interno lordo nell'ultimo anno a pagare il conto sarebbero state le famiglie (e di conseguenza i bambini), ma con i dati dell'istituto di statistica (i definitivi verranno pubblicati a giugno) diventa una certezza.
Perché bambini e ragazzi stanno già pagando il prezzo della crisi economica
La fascia di popolazione sotto ai 18 anni è quella dove lo stato di povertà assoluta ha la percentuale più alta: il 13,6%. Più di un bambino su dieci si trova in questa condizione, e nell'ultimo anno il dato è aumentato di più di due punti percentuali. Nel 2019, infatti, era l'11,4%. Oggi c'è un abisso con la fascia più anziana della popolazione – gli over 65 – tra i quali la povertà assoluta è al 5,3%. Ma la notizia più preoccupante è che fino al 2010 c'era un sostanziale equilibrio: dal 2011 in poi è iniziato un distacco tra le nuove generazioni e quelle precedenti. Negli anni della crisi economica la povertà assoluta nella fascia più giovane era al 4,5%, in quella più anziana era al 4,3%. In dieci anni si è creato un vero e proprio abisso.
In Italia una persona su dieci si trova in condizione di povertà assoluta
I dati preliminari dell'Istat sulla povertà assoluta sono senz'altro allarmanti: dal 2019 al 2020 i cittadini italiani in questa condizione sono aumentati di un milione, arrivando in totale a 5,6 milioni. Si tratta del 9,4% della popolazione italiana. Vuol dire che una persona su dieci, nel nostro Paese, si trova in condizione di povertà assoluta. Oltre alla fascia dei giovanissimi, l'altra a crescere nettamente è quella compresa tra i 18 e i 34 anni, passata dal 9,1% all'11,4%. Più si sale nelle fasce d'età più i numeri sono stabili, ma le nuove generazioni sono sempre più in difficoltà e hanno bisogno di risposte.