Covid, Oms dice che non è chiaro se la variante Omicron sia più trasmissibile e grave di altre
Non è ancora chiaro se la variante del virus Sars-Cov2 Omicron sia più trasmissibile (cioè si diffonda più facilmente da persona a persona) rispetto ad altre varianti, inclusa quella dominante Delta. Lo fa sapere in una nota l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha aggiunto Omicron nell’elenco delle varianti di preoccupazione esistenti, insieme ad Alfa, Beta, Delta e Gamma. Identificata con la sigla B.1.1.529 in seguito alla prima infezione confermata in un campione analizzato dai laboratori del Botswana il 9 novembre 2021, la variante sta facendo registrare un numero di infezioni giudicato “vertiginoso” dall’Agenzia delle Nazioni Unite.
L’Oms conferma l'aumento dei casi di Covid-19 in Sudafrica ma anche che "sono in corso studi epidemiologici per capire se ciò sia dovuto a causa di Omicron o altri fattori". Nella nota di aggiornamento sulla nuova variante l’Organizzazione mondiale della Sanità aggiunge che anche rispetto alla gravità dell’infezione non è ancora chiaro se quella da Omicron causi una malattia più grave rispetto a quelle dovute ad altre varianti, inclusa la Delta. "I dati preliminari suggeriscono che ci sono tassi crescenti di ospedalizzazione in Sudafrica, ma ciò potrebbe essere dovuto all'aumento del numero complessivo di persone infettate, piuttosto che a un'infezione specifica dovuta alla variante Omicron. Al momento – precisa l'Oms – non ci sono informazioni che suggeriscano che i sintomi associati a Omicron siano diversi da quelli di altre varianti". L’Oms aggiunge ancora che "la comprensione del livello di gravità della variante Omicron richiederà da giorni a diverse settimane" e che "tutte le varianti Covid, inclusa la variante Delta che è dominante in tutto il mondo, possono causare infezioni gravi o la morte, in particolare per le persone più vulnerabili, e quindi la prevenzione è sempre fondamentale".
Per quanto riguarda i vaccini anti-Covid, Oms fa sapere che restano fondamentali per ridurre le malattie gravi e la morte. Si conferma anche la validità dei tamponi molecolari per l’individuazione della variante Omicron mentre "sono in corso studi per determinare se vi è un impatto su altri tipi di test, compresi quelli rapidi". Sui trattamenti, precisa la nota, le prime notizie indicano la validità di quelli attualmente in uso ("corticosteroidi e i bloccanti del recettore IL6"), mentre "altri trattamenti saranno valutati per vedere se sono ancora altrettanto efficaci date le modifiche della variante Omicron”.