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Covid, in Italia sono 1.972 i medici sospesi perché non vaccinati

Sono 1.972 i medici e gli odontoiatri attualmente sospesi dai rispettivi albi perché non vaccinati. Non hanno dunque rispettato l’obbligo imposto per le professioni sanitarie.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono 1.972 i medici e gli odontoiatri attualmente sospesi dagli Albi dei Medici e degli Odontoiatri di tutta Italia perché non hanno rispettato l'obbligo vaccinale imposto al persona sanitario: lo 0,4% del totale. Lo rende noto attraverso una nota la Fnomceo, Federazione degli ordini dei medici sottolineando che si tratta di un dato non completo, visto che sono 33.534 (dunque il 7,2% del totale) i medici che, sulla piattaforma del green pass, risultano inadempienti. In totale gli iscritti agli Ordini sono 467.611.

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Sono gli Albi specifici di ogni professione sanitaria a doversi occupare delle segnalazioni di chi non rispetta l'obbligo vaccinale così come imposto dal governo. Una volta ricevute le segnalazioni, attraverso la piattaforma che emette i green pass che indicano lo stato di avvenuta vaccinazione o meno, gli Ordini invitano via pec gli iscritti a fornire, entro cinque giorni dalla ricezione della richiesta, la documentazione comprovante la somministrazione del vaccino o l'eventuale certificato di esenzione o di differimento, o la prenotazione per la dose, che deve poi essere effettuata entro 20 giorni.

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"Si tratta di un dato grezzo che non fotografa la situazione reale, perché comprende, ad esempio, anche chi non può vaccinarsi o che deve differire la dose per motivi di salute – ha spiegato il presidente della Fnomceo Filippo Anelli – la prima estrazione dei dati, fatta il 20 dicembre ha segnalato oltre 60mila nominativi, che si sono oggi dimezzati: segno che molti colleghi hanno comunicato di essersi messi in regola. Sono partite anche, dopo gli opportuni accertamenti, le prime sospensioni e altre sono in arrivo". Ma Anelli sottolinea che non si tratta di un monitoraggio fatto con intento punitivo: "L'obiettivo è tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nella erogazione delle prestazioni di cura – ha concluso – se poi vengono rilevate anche infrazioni deontologiche, come accade, ad esempio, con i sanitari che diffondono messaggi no-vax, in parallelo saranno aperti anche procedimenti disciplinari".

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