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Covid 19

Covid in Italia, Salmaso: “Quinta ondata? No, ma lontani dal rischio zero. Mascherine unica difesa”

L’epidemiologa Salmaso a Fanpage.it: “Non è una quinta ondata, ma la situazione Covid in Italia è parecchio altalenante. Siamo ancora su valori di infezioni elevati. La mascherina è l’unica barriera meccanica alla circolazione del virus, ma il Green pass ha ormai svolto la sua funzione”.
A cura di Ida Artiaco
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"Non si può parlare di quinta ondata ma la situazione è parecchio altalenante. Il distanziamento è poco efficace, ma le mascherine dovrebbero essere mantenute perché sono l'unica barriera meccanica alla circolazione del virus, che in questo momento è ancora elevata". Stefania Salmaso, membro dell’Associazione Italiana di Epidemiologia che ha diretto a lungo il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell'Istituto superiore di sanità (Iss), ha spiegato così in una intervista a Fanpage.it quale è la situazione Covid in Italia, cosa ci aspetterà nei prossimi mesi e perché possiamo dire addio al Green pass ma non alle mascherine.

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Dott.ssa Salmaso, possiamo parlare di quinta ondata Covid in corso?

"Non è una quinta ondata, ma la situazione è parecchio altalenante. Dopo un momento in cui i contagi sembravano scendere, sono aumentati di nuovo, tanto è vero che non sono scesi sotto un'incidenza che resta elevata, siamo ancora sui 700 casi ogni 100mila abitanti. Siamo ancora su valori di infezioni elevati. C'è grande circolazione del virus, motivo per cui nessuno può pensare che ormai si sia raggiunto un livello di rischio zero. Dobbiamo valutare quanto questa situazione tenderà al miglioramento. L'aspetto positivo riguarda le tre dosi di vaccino che come strumento di mitigazione della pandemia funzionano, perché prevengono gli effetti fatali della malattia. Se usiamo come parametro i ricoveri in terapia intensiva e in area medica la situazione non è cambiata in senso negativo, anzi sembra essersi arenata. Ad oggi abbiamo ancora circa 400 persone ricoverate in area critica, numero che va lentamente diminuendo, ma anche 10mila persone nei reparti ordinari in tutta Italia".

Ci sono ancora però parecchi morti….

"Sì, tra le persone che si infettano c'è un numero di decessi che ancora sembra troppo elevato. Il che vuol dire che probabilmente se la prevenzione è stata efficace nell'evitare molti degli effetti gravi, invece il trattamento e la disponibilità di terapie ancora deve essere migliorato. Purtroppo ancora mancano le indicazioni di chi sono effettivamente i deceduti e noi, oltre alla brutale informazione circa il numero totale e l'età media, non sappiamo molto. Io credo che bisognerebbe sapere anche se queste morti sono legate a ritardi di diagnosi o a difficoltà di accesso alla terapia su cui poter intervenire, invece di questo non abbiamo contezza.

I vaccini hanno funzionato, ma le quarte dosi arrancano. Come mai?

"L'effetto della prevenzione fatta a tappeto su tutta la popolazione ha funzionato molto bene, anche se il numero di infezioni resta alto perché sappiamo che i vaccini non ci proteggono completamente dal contagio ma da tutto il resto. Se la quarta dose è raccomandata alle persone ultra 80enni e a fragili over 60, è chiaro che questi devono seguire il consiglio dei propri medici, che in questa fase dovrebbero essere più ascoltati. La raccomandazione della quarta dose è sacrosanta se noi riusciamo a definire chi sono coloro che vanno incontro al decesso e offriamo loro preventivamente una maggiore protezione tramite i vaccini".

Con l'estate alle porte crede che la situazione potrebbe migliorare?

"È difficile fare previsioni perché la contagiosità di questo virus ha superato tutte le previsioni, volendo fare un gioco di parole. In linea di massima ci basiamo su quello che è successo negli anni passati: nel 2020, forse perché eravamo usciti dal lockodown severissimo ed avevamo "campato di rendita", e nel 2021, quando sono cominciate le vaccinazioni e ci siamo protetti immediatamente, effettivamente il numero di infezioni è sceso. Quindi anche questa estate, la terza con il Covid, ci auguriamo di poter osservare lo stesso andamento. Al momento però non ci sono grandi segni di diminuzione della circolazione virale, il rischio di infettarsi non è trascurabile".

Cosa ne pensa della questione mascherine al chiuso? Lei le manterrebbe?

"In questo momento è vero che siamo stufi di portare le mascherine in tutti i contesti ma la circolazione, come ho detto, è così elevata che suggerirei di continuare a portarla. Se poi questo deve essere fatto a termine di legge o meno è un altro discorso. In particolare la mascherina FFP2 protegge noi stessi oltre che gli altri, per cui secondo me è giusto continuare a indossarla in determinati contesti. Diverso il discorso relativo al distanziamento, che non è fattibile né più raccomandato da quando si è capito che la trasmissione avviene per via aerosol, che può superare i famosi due metri di distanza. Di fatto, dunque, la mascherina è l'unica barriera meccanica alla circolazione del virus. Io sono a favore del mantenimento di questa misura".

E il Green pass?

"Il Green pass ha avuto un effetto positivo nel momento in cui è stato introdotto per sottolineare l'importanza della vaccinazione e ha permesso a tutti coloro che hanno scelto di vaccinarsi di poter entrare in ambienti in cui c'erano persone che avevano preso la stessa decisione. Ma credo che ormai abbia svolto la sua funzione e quindi possa essere abbandonato. Rimane il fatto di continuare a insistere su chi non è vaccinato o guarito perché sappiamo che con queste nuove varianti c'è un grosso pericolo di reinfezione, siamo intorno al 5%, si sentono vari dati che sono molto comuni soprattutto tra chi ha avuto il Covid parecchio tempo fa".

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