Covid e scuola, come saranno gli esami di Maturità 2021 tra mascherine, vaccino e test salivari
Mascherine chirurgiche, test salivari e vaccinazioni. Il mondo della scuola si prepara ad affrontare per il secondo anno consecutivo gli esami di Maturità all'insegna delle norme anti contagio da Coronavirus, così come previsto dal Protocollo d'Intesa siglato nei giorni scorsi tra il ministero dell'Istruzione e le Organizzazioni sindacali per lo svolgimento in presenza e in sicurezza degli esami di Stato in programma a partire dal prossimo 16 giugno. Fanpage.it ha fatto il punto della situazione con Graziamaria Pistorino, segretaria nazionale Flc Cgil, una delle sigle che hanno sottoscritto il documento.
Dott.ssa Pistorino, cosa è cambiato rispetto allo scorso anno?
"In verità non ci sono molte novità. Anzi, la situazione complessiva è decisamente migliorata. Ricordo che lo scorso anno l'esame di Stato fu in assoluto il primo appuntamento in presenza dopo il lockdown, che è stato una grande scommessa. La tensione che si viveva, da parte di studenti, docenti e genitori era palpabile, si trattò di una sperimentazione vera e propria. Ora viviamo una sperimentata presenza dentro gli ambienti scolastici, perché durante l'anno almeno al 50% o al 70% i ragazzi sono stati quasi sempre in presenza rispetto ai picchi della pandemia".
Il protocollo sconsiglia l'uso delle mascherine ffp2 e di comunità. Come mai?
"La decisione di consigliare l'uso delle mascherine chirurgiche per l'esame di Stato rispetto ad altri tipi dipende dall'aggiornamento delle indicazioni tecnico-sanitarie del Cts, in particolare dal parere espresso nel verbale n. 10 del 21 aprile 2021. Pertanto, è chiaro il motivo dell'eliminazione della mascherina di comunità, che in una certa fase sembrava potesse essere sufficiente ma studi approfonditi hanno determinato una scarsa protezione, mentre la ffp2 è caratterizzata da una modalità di filtraggio, come dicono gli esperti, molto forte e quindi non consigliata per un uso prolungato e per di più in una fase in cui si deve parlare tanto, ricordiamo che il colloquio orale della Maturità dura un'ora. La competenza dei tecnici ci deve guidare in questa fase. Durante la trattativa non a caso noi abbiamo avuto anche la presenza del professor Villani, presidente della Società italiana di pediatria".
Che fine ha fatto la proposta di test salivare agli studenti di cui abbiamo sentito parlare nelle scorse settimane?
"La trattativa per il protocollo di sicurezza sugli esami di Maturità è durata molto. Abbiamo avuto le prime interlocuzioni già qualche mese fa. Prima del 26 aprile, data della sottoscrizione, c'erano parecchie discussioni in campo. Il test salivare poteva essere uno strumento di screening immediato. Man mano che le condizioni epidemiologiche sono migliorate, le misure di ingresso a scuola che i ragazzi hanno osservato durante l'anno scolastico ci sono sembrate adeguate per garantire la sicurezza dei maturandi e del loro accompagnatore. Al momento direi che non è indispensabile fare test salivari. Tuttavia, c'è un finanziamento di 30 milioni di euro garantito per tutte le scuole che sono chiamate a questo appuntamento e la singola istituzione scolastica può considerare l'acquisto dei test salivari insieme a detergenti e mascherine qualora lo ritenga opportuno, per garantire maggiore sicurezza a studenti e docenti".
Siete soddisfatti di questo protocollo o manca qualcosa?
"Noi abbiamo più volte ribadito la necessità di monitoraggi approfonditi perchè siano sottoscritti i protocolli per la sicurezza, a partire da quelli che riguarderanno le scuole d'estate, che hanno diverse modalità di relazione, e soprattutto la riapertura di settembre. Non possiamo realizzare protocolli sulla base di una sicurezza percepita. Non abbiamo studi analitici, effettivamente condotti in maniera capillare, sui diversi ordini di scuola. Il professor Villani ha riportato uno studio condotto su mille unità tra docenti e studenti, che è chiaramente un campione molto ridotto rispetto alla popolazione scolastica. L'altro aspetto che lamentiamo è il tema delle vaccinazioni dei maturandi, che sono spesso assegnate a decisioni estemporanee delle Regioni. La somministrazione del vaccino è stata prevista nel Lazio e in Sicilia, ma è inaccettabile che si sia realizzata solo in alcune regioni. Come è possibile che con condizioni di pari opportunità di salute le decisioni siano così differenti? Riteniamo che in ambito sanitario e scolastico le condizioni per mantenere un accesso nazionale ai diritti debba essere assolutamente garantito".
Cosa vi aspettate per il prossimo anno scolastico?
"Studi e monitoraggio ben calibrati e approfonditi con target individuati. Una cosa che avevamo più volte suggerito è l'adozione di una app per gli studenti, come Immuni, che potrebbe essere uno strumento per i ragazzi, visto che tutti hanno uno smartphone: sarebbe una modalità concreta per individuare tempestivamente eventuali cluster, cosa che in altri paesi del mondo ha dato importanti risultati. A settembre arriverà il vaccino per i ragazzi, ma c'è insorgenza pericolosa delle varianti. Avere modalità di verifica dei cluster e di insorgenza di nuovi focolai sarebbe importante".