Covid, da oggi chi viaggia in Cina non dovrà più restare in quarantena per cinque giorni
Da oggi, per chi entra in Cina non ci sarà più bisogno di quarantena. Per la prima volta, dopo quasi tre anni di isolamento, i viaggiatori in entrata nel Paese – per lavoro o per visite di famiglia – non dovranno più rispettare alcun periodo di quarantena per verificare di essere negativi al Sars-CoV-2, il virus che porta al Covid-19. Per i turisti, invece, il confine resta chiuso.
Si tratta di un cambiamento deciso, che segna definitivamente l'abbandono della politica zero-Covid mantenuta fin dall'inizio della pandemia in Cina. La riforma arriva nonostante l'alto numero di contagi registrato nelle ultime settimane.
I primi passeggeri ad arrivare, poco dopo la mezzanotte, erano su due voli provenienti da Toronto, in Canada, e da Singapore. Le 387 persone a bordo per la prima volta non hanno dovuto fare un tampone per il Covid-19, e non dovranno aspettare cinque giorni in strutture governative prima di poter circolare nel Paese.
Tra i confini riaperti, poi, c'è anche quello con la regione amministrativa speciale di Hong Kong: i valichi tra l'isola e la città di Shenzen stanno venendo riaperti, come scrive l'agenza di stampa cinese Xinhua. L'amministrazione di Hong Kong ha fatto sapere che saranno circa 60mila i residenti che si recheranno ogni giorno nella Cina continentale.
A confermare l'allentamento delle restrizioni contro il Covid, la Cina ha annunciato anche che libererà le persone arrestate per aver violato queste restrizioni negli ultimi tre anni. Secondo l'agenzia di stampa Anadolu, il governo cinese ha invitato governi locali, tribunali, forze dell'ordine e unità doganali a chiudere i procedimenti giudiziari sul tema, e a rilasciare "in modo tempestivo e appropriato" i sospetti che sono stati arrestati.
Con la liberalizzazione degli spostamenti, ci si attende che molte persone cinesi – libere per la prima volta da anni di andare all'estero senza dover fare una quarantena al ritorno – riprenderanno a viaggiare. Diversi Paesi europei, tra cui l'Italia, hanno previsto di far effettuare dei tamponi a chi proviene dalla Cina. Ieri, la ministra degli Esteri della Germania Annalena Baerbock ha invitato i suoi cittadini a evitare i "viaggi non essenziali in Cina", a causa del "picco di infezioni da Covid".
Yanhong Huang, esperto di salute globale per il think-tank statunitense Council on foreign relations, ha detto ad Al Jazeera che "ci sono ragioni per preoccuparsi se c'è un alto volume di viaggiatori dalla Cina, ma è irragionevole trattare questi passeggeri come se fossero malati, o pericolosi". Infatti, ha sottolineato Huang, "finora non c'è prova che in Cina stiano emergendo delle nuove sottovarianti. E visto che molti dei Paesi di destinazione dei viaggiatori cinesi hanno imparato a convivere con il virus", soprattutto grazie alla copertura vaccinale della popolazione, "l'influsso di visitatori cinei non porterà a un picco di contagi in quei Paesi".