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Covid 19

Covid, crescono ancora le reinfezioni, Iss: “I più esposti sono i giovani e il personale sanitario”

Secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità la percentuale di reinfezioni Covid sul totale dei casi è del 5%, in aumento dello 0,5% rispetto allo scorso report.
A cura di Giacomo Andreoli
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Nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni Covid sul totale dei casi segnalati è pari al 5%, in aumento rispetto al 4,5% di sette giorni fa. A segnalarlo è il rapporto esteso dell'Istituto superiore di sanità, che mostra un aumento delle persone che contraggono nuovamente il Covid, con ritmi superiori a quanto visto in precedenza. Dal 24 agosto 2021 al 4 maggio 2022 sono stati segnalati 397.084 casi di reinfezione (3,3% del totale dei casi notificati), con un aumento del rischio dovuto soprattutto alla diffusione di Omicron.

Donne, operatori sanitari e fascia tra 12 e 49 anni si confermano i più esposti, come chi ha avuto la prima diagnosi da
oltre 210 giorni, nei non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni. L’analisi del rischio di reinfezione, a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio relativo di reinfezione:

  • nei soggetti con prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di coronavirus fra i 90 e i 210 giorni precedenti;
  • nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni;
  • nelle femmine rispetto ai maschi. Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare;
  • nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età > 60 anni;
  • negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

Con il booster mortalità 8 volte inferiore rispetto ai non vaccinati

Dal report dell'Iss emerge poi che con la dose di vaccino booster la mortalità è otto volte inferiore rispetto a chi non si è sottoposto ad alcun vaccino. Il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione di età maggiore a 5 anni per i non vaccinati (36 decessi per 100mila abitanti) risulta infatti circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (9 decessi per 100mila abitanti.) e circa otto volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (5 decessi per 100mila abitanti).

E ancora, l'efficacia del vaccino (riduzione percentuale del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati) nel periodo di prevalenza Omicron (a partire dal 3 gennaio 2022) nel:

• prevenire la diagnosi di infezione da Covid è: o pari al 41% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 32% tra i 91 e 120 giorni, e 43% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale o pari al 58% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster;

• prevenire casi di malattia severa è: o pari a 71% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 71% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 72% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni, o pari al 89% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.

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