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Covid 19

Covid, ambulanze in fila a Palermo: “Gran parte dei pazienti gravi sono non vaccinati”

A Palermo il 5 gennaio decine di ambulanze hanno protestato contro le lunghe attese prima di potere lasciare i pazienti al pronto soccorso. Hanno acceso le sirene mentre erano in coda all’ospedale Cervello. Ora lì è stato montato un tendone per accogliere più velocemente i positivi al Covid-19. La fila, però, resta. E i numeri del contagio salgono.
A cura di Luisa Santangelo
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Fila di ambulanze all'ospedale Cervello di Palermo
Fila di ambulanze all'ospedale Cervello di Palermo
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Forse il tempo degli eroi non è ancora finito. Negli ultimi mesi i medici e il personale sanitario andavano spesso ripetendo lo stesso adagio: "Ora c'è chi pensa che siamo parte di un complotto, prima eravamo tutti eroi". "Più che eroi, in effetti, noi del 118 siamo sempre stati i soldati della trincea". All'ospedale Cervello di Palermo, dentro a un'autoambulanza che deve scaricare un paziente positivo, c'è una soccorritrice del 118 che sta seduta a gambe incrociate. "Lo so che è brutto, ma non ci posso fare niente: devo fare pipì, ho attaccato alle sette". Sono le 14 passate. Il suo turno finirà alle 19, e davanti alla sua ci sono sei ambulanze in attesa di lasciare al pronto soccorso altrettante persone contagiate dal coronavirus. Dietro questa, alla coda fanno in tempo ad aggiungersi altri otto veicoli di emergenza.

Ambulanze in fila all'ospedale Cervello

Le sirene non sono più accese, a differenza della serata del 5 gennaio, ma i numeri non sono diversi. Semplicemente, qualche giorno fa gli autisti-soccorritori hanno inscenato una protesta contro le lunghe attese. Il Mud 118, il Movimento unito dipendenti dell'emergenza-urgenza in Sicilia, ha scritto una lunga lettera per denunciare che "la medicina del territorio non funziona, i medici di medicina generale non visitano i pazienti, le Usca non funzionano". Fatti con i quali si sono scontrati molti siciliani che hanno avuto a che fare con il virus da Natale in poi. "Magari non ci sarebbe neanche bisogno di chiamarci, perché il paziente non avrebbe bisogno di essere ospedalizzato. Ma, quando arriviamo nelle loro case, spesso negli occhi dei cittadini vediamo un poco di speranza – racconta a Fanpage.it Carlo Alagna, componente del direttivo della citata associazione di categoria  – Ci raccontano di non essere riusciti a rintracciare i medici di base o di sentirsi abbandonati". Il 70 per cento dei palermitani accompagnato al pronto soccorso viene poi riportato in casa dopo una visita. Alagna ha passato la nottata sull'ambulanza: anche lui impegnato a trasportare in continuazione pazienti Covid: il capoluogo della Sicilia ha fatto registrare, ieri, 1229 nuovi positivi.

Il tendone che è stato gonfiato fuori dall'ingresso del pronto soccorso del Cervello la sera del 5 gennaio serve a ridurre i disagi e le attese. Ma non risolve i problemi. "Non è un'ospedale da campo, è un posto medico avanzato", puntualizza Renato Costa, commissario straordinario per l'emergenza Covid all'Asp di Palermo. "Io non ho capito contro cosa protestavano – prosegue Costa – Forse contro il Covid? Visto che qui non abbiamo ritardi eccezionali". La tensostruttura può ospitare dieci pazienti, che possono essere accuditi da medici e infermieri. "Mio figlio è arrivato ieri sera: ha 16 anni, due dosi, è positivo: si è fratturato una mano. Ha passato la notte nella tenda", racconta una donna. "Mia madre aspetta di scendere dall'ambulanza", afferma un uomo.

Non vaccinati in Terapia intensiva

"Sono stati meravigliosi – dice una donna uscita in fretta e furia di casa, indossa ancora un pigiama di pile – È per mio cugino, che è oncologico e positivo. Gli ho portato l'acqua e da mangiare, lo hanno aiutato subito". Un codice rosso, intanto, supera la fila. La sirena sveglia i due soccorritori che si sono addormentati nella terza ambulanza in fila, immobile in attesa che arrivi il suo turno. "Siamo stanchi, negli ultimi dieci giorni stiamo lavorando senza sosta. Facciamo numeri impressionanti", dicono tutti gli operatori. Stremati non solo dopo due settimane di ritmi serrati, ma dopo due anni di prima linea contro la pandemia. Il Cervello ha completato la trasformazione dei reparti: tutti i posti Covid che si potevano recuperare, circa 250, sono stati recuperati. I reparti di Medicina e Ostetricia sono stati convertiti. La Terapia intensiva conta 16 letti occupati: 15 sono pazienti non vaccinati, uno non stava bene già prima di contrarre il Covid-19. "Ci sono pazienti giovani, intendo tra i 60 o i 50 anni, che non hanno motivo di essere così gravi", spiega a questa testata Tiziana Maniscalchi, primaria del Pronto soccorso, nominata Cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella proprio pochi giorni fa. "La situazione è critica, di estrema pressione. Ma ce la stiamo mettendo tutta. Ci raddoppiamo i turni da soli e, con l'aiuto degli altri ospedali, anche la pressione sul pronto soccorso diminuirà", conclude.

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