“Ad oggi il virus in Italia non circola. In futuro circolerà? Le misure approntare per i ridurre i flussi riducono le probabilità al minimo. Può accadere, ma noi abbiamo preso misure molto più forti degli altri”. Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute del governo Conte Bis e senatore del Movimento Cinque Stelle ripete più volte questa frase, nel giorno in cui un altro italiano sulla nave Princess Diamond in quarantena nel porto di Yokohama è risultato positivo al Coronavirus e, contemporaneamente, è emersa la notizia di un’altro focolaio di contagio sulla nave Westerdam ormeggiata in Cambogia, sulla quale è transitata una paziente risultata successivamente positiva, nave in cui erano passeggeri altri cinque turisti italiani: “Anche in questi ultimi due casi il rischio di contagio è praticamente vicino allo zero, per noi – spiega il viceministro a Fanpage.it -. Uno dei passeggeri di quest’ultima nave è già sul territorio nazionale, in auto-quarantena e in stretta sorveglianza. E, cosa più importante, allo stato attuale non risulta essere positivo al Coronavirus”.
Gli altri quattro italiani, invece?
Gli altri italiani a bordo di quella nave sono invece dislocati altrove: in Brasile o in altri stati europei. Lo ripeto: il rischio di contagio è zero.
Sulla Princess Diamond, invece, il discorso è un po’ diverso…
Lo era. Stare su quella nave è stato pericoloso, per tutti i passeggeri, italiani compresi, perché le navi da crociera sono un ambiente naturalmente molto promiscuo. Quando poi si è scoperto il virus e sai come limitarne la diffusione , invece, le chance di trasmissione sono state molto ridotte.
Lo sarebbero ancora di più se i nostri connazionali tornassero in Italia, o meglio fuori dalla nave però…
Ci siamo attivati ed è prossimo alla partenza un volo che riporterà in Italia i negativi. Successivamente partirà un volo che porterà in Italia i positivi o sospetti tali. Contagiati o sospetti tali e non contagiati non possono volare assieme.
Un momento: perché parla di positivi, al plurale?
Sulla Princess Diamond c’è un solo passeggero italiano risultato positivo al Coronavirus.
Voi conoscete la sua identità?
La conosciamo, ma per ragioni di privacy non possiamo rivelarla.
Ci può dire come sta?
Sta bene, e questo è molto importante. Perché significa che può avvalersi senza particolari preoccupazioni della sanità giapponese.
A proposito, le autorità giapponesi sono collaborative? O c’è della reticenza a condividere informazioni con l’Italia?
I giapponesi sono molto collaborativi, così come lo sono stati i cinesi.
Quindi non ci sono altri positivi oltre a lui?
Non ci sono altri positivi, lo ribadisco. Gli altri sono negativi, sia per i test, sia per i sintomi sospetti (ad esempio febbre). Sino a qualche ora fa era così. E dalle notizie che io ho sono stati tutti testati. Poi bisogna capire quando è stato fatto il test, con chi sono stati entrati in contatto dopo.
Se è così i negativi dovrebbero essere 34, però. Perché si dice che ne torneranno solo 22, per il momento?
Il numero esatto lo scopriremo nelle prossime ore, in realtà. La prerogativa principale è che rimangano tali, e non abbiano altri sintomi. La numerosità effettiva la sapremo al momento dell’imbarco.
Può cambiare qualcosa nelle prossime ore, quindi?
In realtà in questi casi la prudenza non è mai troppa. Noi non sappiamo se dopo il test queste persone siano entrate accidentalmente a contatto con altri pazienti risultati positivi al Coronavirus. Mi lasci spiegare.
Prego.
Ci sono due criteri di allarme. Il primo è quello che si scopre attraverso il tampone, come nel caso del ragazzo che sta alla Cecchignola e quindi di positività al test. Poi c’è una positività di sospetto legata ai sintomi: di fatto è quella di chi, pur essendo risultato negativo al test, o senza aver fatto un test, presenta sintomi riferibili al coronavirus, come la febbre. Potrebbe essere un falso negativo, ma se uno dei passeggeri avesse la febbre, o la tosse e la congiuntivite non potremmo imbarcarlo, per precauzione.
Come Niccolò, lo studente diciassettenne di Wuhan?
Per le autorità cinesi avendo febbre era un caso sospetto, ma aveva la febbre ed anche per noi era un fattore di rischio. Quindi l’abbiamo portato a casa con un secondo viaggio, in biocontenimento nonostante il avesse un controllo fosse negativo fatto due settimane fa. Banalmente, non sapevamo se dopo il primo test fosse entrato in contatto con altre persone contagiate e non potevamo rischiare. Massima precauzione. E fortunatamente il ragazzo non è contagiato.
Di fatto, la stessa situazione accadrà per i nostri connazionali che sono sulla Princess Diamond, quindi.
Esatto: si provvederà a un primo viaggio solo per coloro che sono sicuramente negativi. Tenga conto di una cosa: che noi, come Ministero della Salute ci dobbiamo solamente occupare del trasporto in Italia delle persone, positive e negative dal punto di vista sanitario. E poi approntare tutte le misure sanitarie affinché il virus non si diffonda nel nostro Paese e, nel caso accada essere pronti per le cure.
E allo stato attuale se la sente di rassicurare gli italiani impauriti per il rischio che la pandemia arrivi anche da noi?
Sul territorio italiano in questo momento il virus non circola. O meglio, non ci sono forme di contagio avvenuti sul territorio nazionale. Ci sono solo tre contagiati da Coronavirus: i due turisti cinesi e il ragazzo di 29 anni che abbiamo riportato a casa da Wuhan. Sono tutti contagi avvenuti in Cina, nella provincia di Hubei.
Se la sente di escludere che i due cinesi ricoverati allo Spallanzani non abbiano trasmesso il virus a qualcuno durante il loro viaggio in Italia?
Relativamente ai due cinesi, in tutto il percorso che hanno fatto da Malpensa a Roma non c’è una sola persona che è entrata in contatto con loro che è risultata positiva.
Le cose potrebbero cambiare. Se la sente di escludere nuovi casi di Coronavirus in Italia?
Le misure approntare per i ridurre i flussi riducono le probabilità al minimo. Può accadere, ma noi abbiamo preso misure molto più forti degli altri.