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Covid-19, il nuovo piano pandemico: “Se le risorse sono scarse bisogna scegliere chi curare”

La bozza del nuovo piano pandemico nasce dalla lezione dell’emergenza Covid-19: dalle mascherine ai piani regionali, dalle esercitazioni alla catena di comando. In un passaggio del documento, però, si fa riferimento ad una situazione di scarsità di risorse, nella quale bisogna “fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio”. Ovvero scegliere chi curare in base alle probabilità di sopravvivenza. Fonti del Ministero della Salute hanno fatto sapere che il documento “è solo una bozza informale condivisa con i soggetti interessati e destinata a raccogliere indicazioni e modifiche”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari, scorte di farmaci antinfluenzali, vaccini contro i virus influenzali. E poi i piani regionali, le esercitazioni, la catena di comando e il monitoraggio. La lezione della pandemia di Covid-19 va imparata in fretta e non va lasciato mai più nulla al caso. Il nuovo piano pandemico del Ministero della Salute, dopo le polemiche per quello vecchio, tiene conto dell'esperienza iniziata nelle prime settimane del 2021. Anzi, si può dire che si basi su di essa, perché il Covid-19 ha dimostrato l'impreparazione dell'Italia e del mondo ad uno scenario del genere. Il nuovo piano sarà passato alle Regioni, che hanno un ruolo fondamentale nella gestione di una pandemia, e poi dovrà essere approvato. In serata il Ministero della Salute ha fatto sapere che il documento "è solo una bozza informale condivisa con i soggetti interessati e destinata a raccogliere indicazioni e modifiche".

Il PanFlu 2021-2023 si basa sulle "lezioni apprese dalla inattesa pandemia da un nuovo coronavirus del 2020", si legge nella bozza, che "possono essere considerate in un Piano Pandemico influenzale che è utile contestualizzare nell’ambito dell’attuale crisi sanitaria globale". Quanto "stiamo apprendendo dalla pandemia SARS-CoV-2 è utile per la messa a punto di piani pandemici influenzali ed in prospettiva per la risposta ad altri patogeni capaci di causa epidemie/pandemie".

Un passaggio, tra le lezioni da imparare, è dedicato alle situazioni di scarsità di risorse: "Per esempio, lo squilibrio tra necessità e risorse disponibili può rendere necessario adottare criteri per il triage nell’accesso alle terapie". Anche se "gli operatori sanitari sono sempre obbligati, anche durante la crisi, a fornire le cure migliori, più appropriate, ragionevolmente possibili". Tuttavia, secondo quanto scritto nella bozza del nuovo piano pandemico, "quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio". Scegliere chi curare, in base alle probabilità di sopravvivere. Viene anche precisato che comunque "non è consentito agire violando gli standard dell’etica e della deontologia", ma "può essere necessario, privilegiare il principio di beneficialità rispetto all’autonomia, cui si attribuisce particolare importanza nella medicina clinica in condizioni ordinarie".

Il passaggio del testo in cui si fa riferimento alla priorità nelle cure mediche
Il passaggio del testo in cui si fa riferimento alla priorità nelle cure mediche

Sono molti i passaggi fondamentali da realizzare, o verificarne l'efficienza qualora fossero già stati realizzati, riassunti e schematizzati in tabelle nel documento lungo 140 pagine. Ad esempio tra le "azioni essenziali di governance nella fase inter-pandemica – ovvero finita l'emergenza Covid-19 – da realizzare nel periodo 2021-2023" c'è la predisposizione di una rete italiana "preparedness pandemica operativa di referenti regionali per realizzare attività di formazione ed esercitazione continua", ma anche la creazione di un "piano strategico-operativo regionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale" in ogni Regione o Provincia autonoma. E ancora un piano di contingenza e un team di esperti.

Per quanto riguarda le azioni fondamentali della sorveglianza epidemiologica e virologica dei sistemi di allerta rapida è necessario disporre di "un sistema SARR (Sistema di Allerta Rapida e Risposta) nazionale", ma anche di "un sistema di sorveglianza epidemiologica e microbiologica veterinaria in grado di monitorare l’emergenza di virus influenzali non stagionali o nuovi". E ancora: "Un sistema di Epidemic Intelligence Nazionale flessibile ed attivabile coordinato con reti analoghe a livello internazionale che comprenda una sorveglianza basata su eventi" e "una sorveglianza sindromica basata sugli accessi in pronto soccorso con una tempestività sufficiente ad una sua applicazione come strumento di allerta rapida". E non a caso su quest'ultimo punto viene anche scritto "lezione appresa da Covid-19".

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