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Costretta con il fratellino a mangiare cibo per gatti e fare una doccia al mese, condannati i genitori

Una ragazza ha denunciato nel 2019 i maltrattamenti e gli abusi subiti dai genitori durante l’infanzia. L’incubo per la giovane oggi 27enne è iniziato quando aveva 8 anni: insieme al fratellino era costretta a mangiare cibo per gatti, svegliarsi alle 5 del mattino e seguire riti di purificazione. La giovane ha raccontato di aver subito anche violenze sessuali.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Per anni due fratelli hanno dovuto sopportare umiliazioni, maltrattamenti e perfino abusi sessuali da parte dei genitori. All'epoca dei fatti, i due avevano circa 8 anni e la denuncia è arrivata nel 2019 dalla figlia maggiore, oggi 27enne. "Sono una sopravvissuta" ha raccontato alle forze dell'ordine prima di confessare gli orrori visti durante l'infanzia. Solo a distanza di anni i genitori dei due sono stati condannati a 20 e 16 anni di reclusione con l'accusa di violenza sessuale e maltrattamenti.

La vicenda è emersa nel 2019, quando la figlia maggiore della coppia condannata si è presentata dalle forze dell'ordine. All'epoca della denuncia la giovane aveva 22 anni, ma ha raccontato di essere stata sottoposta ad angherie e soprusi già dai suoi 8 anni. Alle autorità ha spiegato di essere stata costretta a mangiare croccantini per il gatto e a svegliarsi alle cinque del mattino per seguire "riti di purificazione" con preghiere in latino. Lo stesso accadeva al fratellino, costretto come lei a fare la doccia una volta al mese perché i genitori li consideravano "la reincarnazione del diavolo".

Tornati da scuola, i due fratellini erano obbligati a stare in stanze buie senza lampadine e senza giocattoli. I bimbi dovevano guardare film dell'orrore controllati a vista dai genitori. Poi erano iniziati anche gli abusi sessuali. La figlia maggiore ha raccontato infatti di essere stata costretta a subire le molestie del padre e di aver cercato l'aiuto della mamma che però l'aveva respinta dicendole che "era tutto normale".

Da adolescente, la vittima aveva provato a lanciare degli Sos tramite bigliettini che lasciava sotto la porta di casa nella speranza che i vicini se ne accorgessero, ma nessuno è mai intervenuto. I giudici del tribunale di Firenze hanno ritenuto attendibile il racconto della giovane che ha spiegato di essersi liberata dell'incubo solo quando il padre, gravemente malato, era stato ricoverato in ospedale. L'uomo, oggi 82enne, è stato condannato a 20 anni di reclusione mentre la moglie di 64 anni è stata condannata a 16 anni di reclusione.

I due sono stati inoltre condannati alla libertà vigilata per 5 anni e il divieto per 10 di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori e svolgere attività a contatto con bambini e ragazzi. La coppia dovrà inoltre risarcire i figli: 900mila euro a lei e 300mila euro al fratello. Entrambi si erano costituiti parte civile.

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