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“Costretta a sposare il figlio dell’assassino di mia madre”: 18enne scappa dal matrimonio combinato

Due anni fa Aiza (nome di fantasia, ndr) è riuscita a scappare dal matrimonio combinato con un cugino, figlio dell’uomo sospettato di aver ucciso sua madre. La giovane, che oggi ha 20 anni, è originaria del Punjab ma residente a Novellara, dove nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021 venne uccisa la 18enne Saman Abbas. Ora vive in una comunità protetta.
A cura di Eleonora Panseri
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Grazie all'aiuto degli assistenti sociali, una ragazza di 18 anni è riuscita a scappare dal matrimonio combinato con il figlio dell'uomo sospettato di aver ucciso sua madre. La protagonista di questa storia, Aiza (nome di fantasia, ndr), è originaria del Punjab ma vive a Novellara (Reggio Emilia), dove nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021 venne uccisa la 18enne Saman Abbas.

Le due giovani sono legate non solo dall'età anagrafica e dal luogo di residenza, ma anche dalla volontà di scegliere il proprio destino. La seconda, purtroppo, dopo aver rifiutato un matrimonio combinato, è stata assassinata dai genitori e dallo zio, condannati rispettivamente all'ergastolo e a 14 anni di carcere il 19 dicembre scorso. La prima, invece, è riuscita in tempo a chiedere aiuto. Ora si trova in una località segreta, seguita dagli assistenti sociali del Comune e protetta dai carabinieri di Novellara, come racconta il Corriere della Sera.

La storia di Aiza

Tutto è cominciato subito dopo la nascita della 18enne, quando la madre sarebbe stata uccisa da uno zio in Pakistan. Secondo quanto raccontato dalla ragazza ai militari dell'Arma e alla pubblico ministero Giulia Galfano, tutta la famiglia era a conoscenza del fatto. Poco dopo il padre di Aiza ha deciso con la seconda moglie di trasferirsi in Italia insieme ai tre figli, i due bambini nati dalla coppia e la ragazza dal precedente matrimonio. Nel 2021 l'uomo comunica alla figlia di aver organizzato il suo matrimonio con un cugino, sei mesi prima Saman è scomparsa.

Lei racconterà successivamente che non voleva accettare quell'unione, ma che per paura ha acconsentito a sposare telefonicamente il figlio dell'uomo accusato di aver assassinato la mamma. Fortunatamente, però, nello stesso periodo i fratellini hanno iniziato ad avere problemi a scuola e, a seguito di una segnalazione dell'istituto, sono stati inviati a casa della famiglia di Aiza gli assistenti sociali. È a quel punto che la ragazza ha iniziato a parlare con gli operatori del Comune che si sono messi in movimento e le hanno proposto di annullare il matrimonio e di andare via di casa.

L'intervento delle forze dell'ordine e della magistratura

A quel punto, inaspettatamente, il padre le ha detto di volerla portare in Pakistan dal marito. Lei si è rifiutata e lui l'avrebbe minacciata: "Se non accetti, farai la fine di Saman". Così Aiza, temendo per la propria vita, ha chiesto l'intervento delle autorità, denunciando non solo l'omicidio della madre ma anche la sua vita da reclusa, costretta dalla famiglia a non andare a scuola e a non lavorare. Quando le relazioni dei carabinieri e del Comune sono arrivate alla magistratura, la pm Galfano ha informato il procuratore Gaetano Paci che ha deciso di trasferire la giovane in una comunità protetta.

Al padre e alla seconda moglie sono stati invece messi i braccialetti elettronici che ne segnalano gli spostamenti ed è stato disposto il divieto di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla figlia che oggi ha 20 anni. Entrambi sono accusati di maltrattamenti in famiglia, e lui anche di aver obbligato la figlia a contrarre un matrimonio non voluto.

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