Costretta a pulire nuda mentre lui la filma, arrestato operatore di una comunità per autistici a Verona
È stata costretta a spogliarsi e poi a essere filmata con un cellulare mentre puliva la propria camera. È questa l'accusa mossa nei confronti di un operatore socio sanitario da parte di una giovane ospite di una comunità per autistici a Verona. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la giovane vittima sarebbe stata molestata dall'uomo in più di un'occasione e le immagini di quelle violenze sarebbero poi giunte in possesso delle forze dell'ordine.
Raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in cella, il 39enne di origini romane, che ora lavora in una rsa per anziani, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Luciano Gorra, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere: “Il nostro assistito si dichiara innocente, per quanto ci riguarda – le parole dell’avvocato Alessandro Natali, uno dei legali che lo assiste – decideremo le strategie difensive una volta esaminati gli atti e i contenuti del materiale multimediale”.
Gli episodi per i quali è partita la denuncia si sarebbero consumati nel marzo 2018, anno in cui è cessata anche l'attività della struttura che veniva gestita da una coop in convenzione con l'Usl 9 Scaligera, ma le forze dell'ordine ne sono venute a conoscenza solo quattro anni dopo. A sottoporre alla loro attenzione i filmati di quelle violenza sarebbe stata una ex compagna dell'uomo che avrebbe ritrovato in una chiavetta le immagini.
L’operatore socio sanitario è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata, violenza privata, diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, interferenze illecite nella vita privata. Stando a quanto ricostruito finora sembra che l'uomo avrebbe filmato, a sua insaputa, anche la figlia dell'ex compagna mentre si faceva la doccia e si rivestiva, immagini che il 39enne poi avrebbe inviato a un conoscente tramite Whatsapp. Gli episodi risalirebbero a marzo e aprile 2021 e le immagini sarebbero state trovate nella medesima chiavetta.
La violenza nei confronti della donna ospite della comunità sarebbe poi stata confermata sia dalla stessa vittima che che da un altro ospite della struttura che avrebbe detto alla propria madre che la vittima sarebbe stata "molestata da un operatore nuovo". Secondo il gip Gorra, l’operatore "ha dato prova di aver agito con estrema spregiudicatezza, incapace di reprimere i propri impulsi sessuali" e avrebbe ripreso "a loro insaputa" anche "altre donne non identificate".