Costiera Sorrentina: c’è troppo traffico, la Regione apre una strada abusiva
Quattrocentro metri di lunghezza e tre di larghezza, uno dei tanti ecomostri italiani. Una strada, non un palazzo. senza piazzole e senza altre vie di fuga. Un lembo di asfalto che unisce il litorale di Seiano e Vico Equense. Un ecomostro realizzato per trasportare materiali di un cantiere edile. Uno scempio che ha anche un nome Rivo d‘Arco, chiuso per tanti anni e che ora la Regione Campania intende riaprire per smaltire il traffico che ogni weekend si forma all'uscita del tunnel (costato 74 milioni di euro e realizzato in appena 35 anni) inaugurato due settimane fa. Un ingorgo causato dal grande numero di automobilisti che si recano presso i lidi di Seiano.
In un comunicato congiunto Regione e Anas affermano che: "In una riunione per interventi mirati alla gestione del traffico in penisola sorrentina, con particolare attenzione a Seiano dove si registra traffico molto intenso per gli spostamenti verso Marina di Aequa, è stato deciso di avviare i lavori di completamento della strada di servizio via Rivo D’Arco che costituisce un collegamento tra due strade percorse da pendolari e vacanzieri. Gli interventi, che si concluderanno entro dieci giorni, riguardano il completamento della pavimentazione e della segnaletica. L’arteria, lunga circa 400 metri, sarà aperta solo in caso di particolari disagi o criticità per consentire lo snellimento del traffico sulla statale e nella zona balneare e sarà presidiata dai vigili di Vico Equense con il supporto dell’Anas".
I cittadini di Seiano si ribellano: "Da tempo si cercava un pretesto per aprire quella stradina abusiva che è uno scempio e che andrebbe abbattuta". Il professore Franco CUomo ha anche inviato una denuncia al prefetto, alla Procura di Torre Annunziata, ai carabinieri, al ministero delle infrastrutture e al sindaco di Vico Equense: "L’apertura al traffico veicolare della cosiddetta strada di cantiere del Rivo d’Arco, pur subordinata alle necessarie opere di pavimentazione e degli opportuni lavori di innesto a valle e a monte, rappresenterebbe un attentato alla pubblica e privata incolumità in quanto la strada in questione manca dei basilari requisiti di sicurezza. È larga tre metri ed è sprovvista di piazzole di sosta, un ‘budello' che in caso di incidenti o avarie non offrirebbe alcuna possibilità di soccorso. Una stradina, peraltro, in forte pendenza e in piena curva".
Un vero e proprio pronarsi dello stato dinanzi gli abusti edilizi che hanno martorizzato la Costiera Sorrentina. Dopo la riapertura dei condoni degli anni 80 e 90 la Regione Campania si appresta a sferrare un altro colpo alle politiche di tutela del territorio.