Costa Concordia, Schettino condannato ormai 10 anni fa. “Io capro espiatorio, lasciato solo”
Giura di non aver mai dimenticato le 32 vittime della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata di fronte all'isola del Giglio ormai 10 anni fa, il 13 gennaio 2021. Nonostante tutto, l'ex comandante Francesco Schettino si sente un "capro espiatorio". Condannato a 16 anni per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo, lesioni colpose plurime, abbandono della nave e false comunicazioni, dal carcere segue corsi universitari in legge e giornalismo. Da oltre 4 anni e mezzo è detenuto nel nuovo complesso del carcere di Rebibbia. A maggio del 2022 potrà chiedere di essere ammesso a misure alternative alla prigione dopo aver scontato un terzo della pena. Al quotidiano La Stampa ha fatto sapere tramite il suo legale di essere in attesa della decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sulla revisione del processo richiesta nel 2018. Dopo 4 anni, ancora non si è espressa su questa possibilità.
Nel frattempo, l'ex comandate cerca di costruire un futuro fuori dal carcere studiando. Dalla sua cella continua a sostenere di essere il volto di un errore organizzativo, un imputato per un processo mediatico iniziato prima ancora di quello giudiziario. Secondo il cappellano del carcere di Rebibbia, Schettino è un detenuto modello, gentile e benvoluto. Aspetta con ansia gli incontri con la figlia Rossella che ha potuto vedere sempre meno con l'inizio della pandemia. Lei è la prima sostenitrice dell'esistenza di presunti responsabili che hanno lasciato suo padre solo quando avrebbe dovuto prendere decisioni importanti.
Il naufragio nei pressi dell'Isola del Giglio
La Costa Concordia urtò uno scoglio nei pressi dell'Isola del Giglio, riportando così una falla lunga circa 70 metri sul lato di sinistra della carena. L'impatto provocò l'interruzione della navigazione. La nave da crociera si incagliò su uno scalino roccioso. Gli interni furono sommersi parzialmente dall'acqua. Al comando della nave Francesco Schettino, oggi 61enne. Con lui hanno comunicato tutti gli ufficiali non in servizio, avvisati di quanto successo poco dopo l'impatto. Alle 21.49 del 13 gennaio, Giuseppe Pilon riferì in plancia, su domanda di Schettino, che la nave stava imbarcando acqua. Poco dopo, alle 21.51, riferì che il quadro elettrico principale era allagato. Alle 21.58, Schettino contattò telefonicamente il capo dell'unità di crisi della flotta di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, raccontando quanto accaduto. Alle 22 la nave fu raggiunta telefonicamente dalla Capitaneria di porto di Civitavecchia. Schettino ha richiesto un rimorchiatore, spiegando che erano in corso le valutazioni sul da farsi in seguito a un blackout, senza però citare la gravità della situazione.
Nel frattempo i passeggeri si erano radunati ai punti di riunione come da protocollo in attesa di informazioni e alle 22.00 non era stato comunicato loro della falla e dell'allagamento. Soltanto dopo 13 minuti il Comando di bordo ammise che era in atto un blackout. Alle 22.20 un nuovo annuncio: l'attivazione del generatore di emergenza avrebbe permesso a tutti i passeggeri di tornare alle cabine. Nessuno di loro però era stato informato dell'urto. Alle 22.24 la Costa Concordia iniziò a inclinarsi sulla dritta dando segni di cedimento. A quel punto, Schettino ordinò l'evacuazione del personale delle aree allagate mentre i passeggeri furono invitati a raggiungere i muster station solo alle 22.36. In quel momento, tutti i presenti erano già nel panico e avevano cercato più volte di raggiungere le scialuppe di salvataggio. Alle 22.43 tutti sono stati invitati a indossare il giubbotto salvagente. Quasi alle 23, dopo esplicita richiesta della Capitaneria di Livorno, il Capitano ordina l'abbandono della nave.
La condanna per Francesco Schettino
L'ex Capitano fu condannato nel 2015 a 16 anni di reclusione. Con Costa Crociere fu inoltre condannato al pagamento di risarcimenti per 1,5 milioni di euro per il Ministero dell'ambiente, 1 milione per la Presidenza del Consiglio dei ministri, 500.000 euro per i ministeri della Difesa, delle Infrastrutture, dell'Interno e per la Protezione Civile. Altri 300.000 euro da versare al Comune del Giglio. Costa Crociere aveva già versato prima del 2015 85 milioni per 2.623 passeggeri e 906 membri dell'equipaggio. Nel maggio del 2016 la conferma della condanna a 16 anni in secondo grado dalla Corte d'Appello di Firenze. Il giudizio penale per Schettino fu confermato in via definitiva dalla Corte di Cassazione nel 2017.
Gli avvocati
Gli avvocati Saverio Senese e Paola Astarita sostengono però che Schettino non abbia mai rilasciato alcuna dichiarazione. L'ex comandante della Costa Concordia, secondo i legali, non si sarebbe dunque espresso sul processo e sulla sua posizione. La volontà di Schettino secondo i due legali è quella di rimanere in silenzio, soprattutto in occasione del decimo anniversario. L'ex comandante, ribadiscono, "non ha rilasciato interviste nè ha mai autorizzato il suo precedente difensore a concedere interviste in suo nome o per suo conto". Schettino parlerà, concludono i legali, "solo nel caso in cui la Corte Europea dei diritti dell'uomo dovesse ritenere fondate le sue ragioni".