Costa Concordia, Francesco Schettino chiede la semilibertà. La sopravvissuta: “Avrà rimorso a vita”
Sono passati 13 anni da quel 13 gennaio 2012, giorno del naufragio della Costa Concordia. Per quei fatti il capitano della nave, Francesco Schettino, è stato condannato a 16 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono dell'imbarcazione. Dopo aver scontato più della metà della pena, ha maturato i requisiti per poter accedere a misure alternative alla detenzione e ha presentato richiesta di semilibertà, sulla quale i giudici si pronunceranno il prossimo 4 marzo.
Una notizia che addolora chi ha vissuto in prima persona quell’incubo. “È giusto che Schettino paghi per quello che ha fatto”, dice Vanessa Brolli al Resto del Carlino. All'epoca 14enne si trovava in crociera insieme ai fratelli Omar e Federica, ai genitori e ad altri familiari per celebrare il 50° anniversario di matrimonio dei nonni. “Eravamo in 14. Doveva essere un viaggio di festa e invece…”
A salvarla fu suo padre. “Ha preso di peso me e mia mamma e ci ha caricato su una scialuppa. Lui è stato tra gli ultimi a lasciare la Concordia, quando l’acqua arrivava oramai alle ginocchia”. Il fratello Omar salvò invece la nonna e altre persone.
"Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe", ha poi detto Vanessa Brolli, "a prescindere dalla decisione dei giudici siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita".
Poi ha ricordato quella drammatica sera: "Sulla nave ho visto persone trasformarsi in animali. L’istinto di sopravvivenza ti fa fare cose terribili. Non guardi in faccia a nessuno e pensi solo a salvarti. Ho visto uomini sgomitare e colpire donne incinta pur di raggiungere le scialuppe. E i bambini in lacrime, che cercavano la loro mamma".