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Cosimo Massaro, morto cadendo in mare da una gru all’ex Ilva di Taranto: in sette a processo

Sette persone sono state rinviate a giudizio, tra dirigenti, ex dirigenti e capi area dello stabilimento siderurgico ex Ilva di di taranto, con le accuse di cooperazione in omicidio colposo e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro in relazione all’incidente sul lavoro che il 10 luglio 2019 costò la vita al gruista Cosimo Massaro, di 40 anni.
A cura di Davide Falcioni
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Rita Romano, gup del tribunale di Taranto, ha rinviato a giudizio sette persone, tra dirigenti, ex dirigenti e capi area dello stabilimento siderurgico ex Ilva di della città pugliese (oggi Acciaierie d'Italia) con le accuse di cooperazione in omicidio colposo e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro in relazione all'incidente sul lavoro che il 10 luglio 2019 costò la vita al gruista Cosimo Massaro, di 40 anni. A processo finirà anche la società ArcelorMittal, imputata ai sensi della legge 231 del 2000 che disciplina la responsabilità amministrativa delle imprese.

L'operaio stava manovrando una gru DM5 dalla cabina di guida. Il macchinario tuttavia si spezzò al transito di una tromba d'aria e cadde in mare nell'area del quarto sporgente del porto in uso al Siderurgico. Il corpo venne recuperato dopo tre giorni dai sommozzatori. Lo stesso giorno altre due gru collassarono ma i due lavoratori che le manovravano riuscirono a lanciarsi in tempo sulla banchina, riportando comunque ferite. Davanti ai giudici sono finiti l'allora direttore dello stabilimento siderurgico Stefan Michel Van Campe; Vincenzo De Gioia e Carmelo Lucca, all'epoca capo divisione e capo area; i capi reparto Giuseppe Dinoi, Mauro Guitto e Andrea Dinoi; e il capoturno Teodoro Zezza.

Secondo l'accusa, gli imputati non avrebbero adottato adeguate misure per prevenire l'incidente, risparmiando sui costi della sicurezza e di conseguenza consentendo all'azienda un ingiusto profitto. I pubblici ministeri Raffaele Graziano e Filomena Di Tursi contestano la mancata adozione di un piano di evacuazione dalle gru, alcune delle quali non erano provviste del sistema di trattenuta, le cosiddette tenaglie anti-uragano. Sette anni prima, nel novembre 2012, in un incidente analogo perse la vita un altro operaio, Francesco Zaccaria, sempre durante una tromba d'aria e per la caduta in mare della gru: vi era dunque un precedente che secondo gli inquirenti avrebbe dovuto determinare precauzioni da parte degli indagati.

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