Cosima Serrano e Sabrina Misseri oggi: il carcere e la loro versione sull’omicidio di Sarah Scazzi
È noto alla cronaca come "delitto di Avetrana", ma la scomparsa e la morte di Sarah Scazzi, 15 anni, hanno avuto un impatto mediatico che ha i suoi echi ancora oggi, 14 anni dopo l'annuncio del ritrovamento del cadavere dell'adolescente. Per l'omicidio sono state condannate la cugina della 15enne, Sabrina Misseri, e la zia Cosima Serrano. Entrambe, secondo il verdetto della Corte Suprema di Cassazione emesso il 21 febbraio del 2017, sono ora all'ergastolo.
Lo zio Michele Misseri, invece, ha scontato una pena a 8 anni di reclusione per occultamento di cadavere e inquinamento delle prove relative al delitto. Misseri è uscito di prigione l'11 febbraio 2024 ed è tornato nella villetta di Avetrana dove il 26 agosto 2010 si è consumato l'omicidio della 15enne.
In relazione al caso sono state emesse delle condanne anche per Giuseppe Nigro, albergatore che per mesi ospità nella sua struttura le troupe televisive impegnate a seguire il caso, e Vito Russo Jr, ex legale di Sabrina Misseri, accusato di favoreggiamento personale.
Nigro fu condannato a 2 anni di reclusione con l'accusa di aver coperto Cosima Serrano, fornendole l'alibi per il giorno del delitto. A lui è stata consentita la sospensione condizionale della pena. Condannato a un anno e 4 mesi con sospensione della pena anche Vito Russo Jr. Insieme a loro, sono stati condannati nel 2013 anche anche Carmine Misseri, fratello dello zio Michele e il nipote Cosimo Cosma. Secondo i magistrati i due aiutarono il nucleo familiare ad occultare il corpo della 15enne gettandolo nel pozzo e coprendolo con un masso. Entrambi furono condannati a 6 anni di reclusione con relativa interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Cosimo Cosma, nipote di Michele Misseri, morì nel 2014 dopo una lunga malattia.
Nonostante la condanna all'ergastolo, Sabrina Misseri e Cosima Serrano si dichiarano ancora oggi innocenti.
Cosima e Sabrina oggi, la vita in carcere dopo la condanna
Cosima e Sabrina si trovano in carcere in via definitiva dal 21 febbraio del 2017, quando la Cassazione ha confermato l'ergastolo già emesso il 27 luglio 2015 dai giudici d'appello. Le due stanno scontando la pena nel carcere di Taranto e qui svolgono una serie di attività, tra le quali figura anche un corso di arte e storia dell'arte. Tra mostre e corsi, le due vivono nella stessa cella. Cosima ha svolto diversi lavori per la sartoria istituita nella sezione femminile del carcere mentre Sabrina ha unito il lavoro manuale allo studio per acquisire la qualifica di Oss.
Sabrina e Cosima, seppur condannate in via definitiva nel 2017, sono state arrestate rispettivamente a ottobre 2010 e maggio 2011. A inchiodare l'allora 22enne alle responsabilità accertate dai magistrati fu proprio il padre, Michele Misseri, che invece era entrato in carcere il 6 ottobre 2010 dopo aver confessato il delitto e un tentativo di stupro. Dopo aver indicato agli inquirenti il luogo dove il corpo della 15enne era stato nascosto, permettendo di fatto il ritrovamento poi annunciato alla famiglia e al pubblico durante la trasmissione Tv "Chi l'ha visto?", ha ritrattato la sua confessione suggerendo che all'omicidio avesse partecipato anche la figlia Sabrina e che il tutto fosse avvenuto durante un gioco poi trasformatosi in un litigio.
Durante l'interrogatorio, Misseri affermò che la figlia aveva litigato con la cuginetta per un ragazzo, Ivano Russo, allora amico di Sabrina. Sarah aveva infatti una cotta per il 26enne che però, per sua stessa ammissione, l'aveva sempre trattata come una "sorella minore". Sabrina invece aveva avuto una relazione con Ivano che aveva poi interrotto i rapporti bruscamente.
Agli inquirenti, Russo disse di non aver mai saputo niente dei sentimenti di Sarah nei suoi confronti e di non aver neppure incontrato la ragazzina prima dell'omicidio. Secondo i giudici del "processo ai silenzi sul caso Avetrana", chiuso nel 2020, per 10 anni Russo ha mentito sugli attimi prima dell'omicidio. L'allora 26enne, infatti, aveva incontrato Sabrina e la cugina circa 30 minuti prima della tragedia. In questo contesto, Russo è stato condannato a 5 anni di reclusione.
Con il prosieguo delle indagini è cambiata anche la posizione di Cosima Serrano, rimasta sullo sfondo fino al maggio 2011. Il 26 maggio, seppur mai citata negli interrogatori di zio Michele con il quale i rapporti erano tesi da diverso tempo, Serrano fu arrestata con l'accusa di concorso in omicidio e sequestro di persona, mentre la posizione di Michele si "ridusse" al reato di soppressione di cadavere.
Secondo gli inquirenti, Cosima avrebbe partecipato al delitto perché non aveva buoni rapporti con la sorella Concetta da diversi anni. La donna aveva continuato a vedere la nipotina, che invece era legatissima alla cugina 22enne, e vedeva nella rivalità tra Sabrina e Sarah lo "schema" di rivalità esistente tra lei e sua sorella.
La versione di Cosima Serrano e Sabrina Misseri sull’omicidio di Sarah Scazzi
Nonostante la condanna all'ergastolo, Cosima Serrano e Sabrina Misseri si sono sempre dichiarate innocenti, sostenendo che la colpa della morte di Sarah Scazzi fosse tutta dello zio Michele. Misseri, ora uscito dal carcere, ha ritrattato più volte la sua versione dei fatti prima indicando sua moglie e sua figlia come responsabili materiali dell'omicidio e poi provando a far nuovamente ricadere su di sé la colpa del delitto e dell'occultamento del cadavere di sua nipote. Oggi Michele Misseri sostiene di non aver pagato per l'omicidio della 15enne edi aver costretto in carcere due persone innocenti. L'uomo ha raccontato di aver scritto diverse lettere alla figlia e alla moglie mentre si trovava in carcere, ma di non aver mai ricevuto alcuna risposta.