“Così Salvo mi è morto tra le braccia”: in un audio su TikTok il racconto della strage di Monreale

"Salvo mi è morto tra le braccia, aveva una ferita al collo mi chiedeva aiuto e io non sapevo cosa fare". Si chiude così un audio in cui un giovane su TikTok ha raccontato cosa è successo sabato a sera nel centro di Monreale, quando tre giovani, i cugini Andrea Miceli e Salvatore Turdo, di 25 e 23 anni, e Massimo Pirozzo, di 25, sono morti dopo essere rimasti vittima di una sparatoria al culmine di una lite. Della strage è accusato il 19enne ex pugile Salvatore Calvaruso che proprio oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Palermo ma ha reso dichiarazioni spontanee in cui avrebbe ammesso di aver aperto il fuoco e chiesto perdono alle famiglie delle vittime.
Ebbene, il racconto fatto dal ragazzo su TikTok secondo gli investigatori ricostruisce quanto accaduto la notte tra sabato e domenica. Il giovane nell'audio parla con un amico e racconta ciò che sarebbe avvenuto prima e durante la sparatoria.
Tutto inizia perché qualcuno dei giovani palermitani (Calvaruso si trovava con alcuni amici) si era avvicinato verso lo scooter di Salvatore Turdo, una delle vittime. Uno dei palermitani a bordo di uno scooter, dovrebbe essere proprio Calvaruso, avrebbe rischiato di investire Turdo tagliandogli la strada.
"Salvo, che era testa calda, gli ha detto attento che ci sono anche i bambini". Il giovane scendendo dello scooter gli ha risposto. "Tu chi m… sei", prosegue il racconto. In un primo momento anche con l'intervento del cugino di Salvo, Andrea Miceli, si è cercato di riportare la calma. "Chiedigli scusa che ci stiamo divertendo tutti". Ma mentre uno del gruppo dei monrealesi era girato è arrivato un colpo di casco. A questo punto è partita la lite. I monrealesi hanno iniziato a colpire con i caschi i palermitani.
"Erano con i volti insanguinati, solo due che avevano il casco avevano ferite solo al volto, gli altri in testa e in faccia – aggiunge il giovane -. Alla fine i palermitani sono tornati e hanno preso "i ferri", ( le pistole ndr) e hanno iniziato a sparare". Infine: "Lo capisci che poteva sparare anche a me. Salvo – racconta il giovane in lacrime – mi è morto tra le braccia, aveva una ferita al collo mi chiedeva aiuto e io non sapevo cosa fare".