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“Così ho costretto mia figlia 16enne a spacciare droga”

Antonietta Donnarumma, oggi collaboratrice di giustizia, spiega come ha intrapreso l’attività di spaccio a Napoli. Racconta come gestiva il confezionamento delle dosi di cocaina e crack da rivendere vicino alle macchine.
A cura di S. P.
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Spacciava droga e lo faceva a Napoli insieme a sua figlia, che aveva 16 anni. Si tratta di Antonietta Donnarumma, oggi collaboratrice di giustizia ma con un passato da “protagonista” nella piazza di spaccio del quartiere Boscoreale a Napoli. A riportare le confessioni della donna è il quotidiano Il Mattino. “Sono stata costretta ad andare via dal Piano Napoli dopo il pentimento di mia figlia”, spiega la collaboratrice di giustizia che – afferma – prima aveva il compito di “gestire il confezionamento delle dosi di cocaina e crack da rivendere vicino alle macchine”. Al pm della Dda di Napoli racconta come raccoglieva i soldi a fine turno, come il sabato conteggiava gli incassi, “dava le paghe e mandava i soldi al capozona Carlo Padovani”.

“Con la cocaina costretti a fare turni da 24 ore” – Incalzata dalle domande del pm Pierpaolo Filippelli, la pentita – che ha fatto nomi e cognomi indicando i vari ruoli all’interno dell’organizzazione criminale – ha anche raccontato le modalità dello spaccio di droga. Come, ad esempio, ci si comportava in maniera diversa lavorando con la marijuana o con la cocaina: “Con marijuana e hashish si finiva a mezzanotte – ha spiegato – invece per la cocaina eravamo costretti a fare i turni sulle 24 ore”.

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