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“Così ci prendiamo cura dei cani malati terminali: è la promessa che ho fatto al mio Ares”

“Qui gli ultimi fra gli ultimi” dice la fondatrice Misha, che ha creato il progetto, insieme a tanti volontari, dopo la morte del suo cane a causa di un tumore. “Nessun cane deve andarsene senza avere vicino qualcuno che gli dice che lo porterà al mare” è il motto dell’associazione, che si prende cura anche di tanti altri animali e di amici a quattro zampe vittime della violenza umana o rimasti per gran parte della loro vita in un canile, senza mai trovare una vera famiglia.
A cura di Beppe Facchini
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“Nessun cane deve andarsene senza avere vicino qualcuno che gli dice che lo porterà al mare”. È questo il motto de Il Sentiero di Ares, un luogo davvero speciale a Carlino, vicino Udine, dove decine di volontari si prendono cura di cani malati terminali e non solo.

“Ares era il mio cane, aveva un tumore ed è venuto a mancare nel 2015” racconta Misha Cossetto, responsabile dell’associazione che già dall’anno successivo si è subito da fare per dare una nuova famiglia ad amici a quattro zampe malati, ma anche rimasti per anni in canile senza che nessuno li adottasse oppure abbandonati dopo aver subito terribili maltrattamenti. “Ci siamo occupati anche animali torturati, il primo è stato Dimitri –spiega-: gli avevano spezzato le zampe al contrario”.

I cani ospitati a Carlino “sono gli ultimi tra gli ultimi, la gente li definisce anonimi, tra virgolette. Quindi cani che purtroppo non attirano l’attenzione di nessuno –continua Misha- anche per carattere. Per cui anche se qualcuno va in canile per adottarne uno, non vengono scelti perché rimangono in un angolino e rimangono lì per tutta la loro vita”.

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Nel piccolo paese vicino Udine, invece, non si fa distinzione. “Non vengono qui a morire, ci teniamo sempre a precisarlo –dice ancora Misha-. Piuttosto vengono qui ad iniziare a vivere prima di andarsene. Ovviamente non possiamo fare attività però vengono aiutati tanto, sia a livello fisico che mentale. Qui ritrovano la fiducia e la loro prima vera famiglia”. Una famiglia allargata, con tanti volontari, ma anche con cavalli, pecore, gatti e altri animali che qui possono vivere liberamente e avere qualcuno disposto a prendersene cura con tutto l’amore di cui hanno bisogno.

La maggior parte di cani del Sentiero di Ares (“Ne possiamo ospitare al massimo 10, al momento sono 9” ricorda Barbara Cuzzit, un’altra instancabile volontaria) hanno dei tumori oppure sono stati dichiarati malati troppo frettolosamente con diagnosi che poi si sono rivelate sbagliate. Inoltre, possono essere adottati (anche a distanza), ognuno di loro segue una dieta personalizzata e, dettaglio non secondario, sottolinea Misha, hanno la possibilità anche di vedere il mare. Anche questa è una promessa fatta ad Ares. “Per me è come riavere Ares ogni giorno –conclude Misha- gli ho fatto una promessa e la sto mantenendo”.

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