Cosenza, bimbo marocchino preso a calci: denunciato l’aggressore, è il fratello di un pentito
È stato identificato e denunciato l’uomo responsabile di un insensato gesto registrato alcuni giorni fa per le strade di Cosenza, quello di aver colpito con un calcio un bambino di tre anni di origini marocchine che si era avvicinato alla figlia neonata in carrozzina. Si tratta del fratello di un pentito di camorra che si trovava in un luogo protetto del cosentino. L'uomo e la moglie – entrambi sono stati denunciati per lesioni personali aggravate – sono stati immediatamente allontanati dalla Calabria e trasferiti in altra località protetta. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza visionate dagli agenti delle volanti della Questura di Cosenza a quanto si apprende non hanno ripreso la violenza subita dal bambino, ma dai video è stato possibile rintracciare diversi testimoni che sono stati ascoltati e hanno portato all'identificazione della coppia.
Il racconto della mamma del bambino preso a calci
“I miei figli hanno visto quell'uomo vicino alla Questura e mi hanno detto che era quello che li aveva aggrediti. L'ho affrontato e gli ho chiesto: perché? Lui ha detto di non sapere che cosa volevo e stava andandosene per cui sono corsa ad avvertire i poliziotti”, il racconto della madre del bambino preso a calci. Gli agenti della sezione volanti della Questura di Cosenza lo avevano già identificato, ma un'ulteriore conferma è arrivata proprio dai fratellini del bimbo, due ragazzini di dieci e quattordici anni. Il piccolo aggredito, a quanto ricostruito, in maniera innocente si era avvicinato a quella carrozzina per guardare la bimba ma evidente quel gesto non è piaciuto alla mamma né al padre che, per allontanarlo, lo ha colpito con un calcio all’addome. Il bambino è stato immediatamente soccorso dai passanti che hanno chiamato 118 e polizia.
Il papà del bambino picchiato: “Per due giorni non ha dormito”
“Mio figlio per due giorni non è riuscito a dormire. Era terrorizzato, piangeva continuamente. E mi chiedeva ‘cosa ho fatto di sbagliato, papà?’. Io non sapevo cosa rispondergli”, è quanto ha raccontato il padre del bambino in un’intervista a Repubblica. L’uomo, in Italia dal 1995, ha spiegato le condizioni di suo figlio: "Ha ancora dolore, ma quello passerà insieme a lividi e contusioni. I medici lo hanno visitato e hanno detto che non c'è nulla di preoccupante. Psicologicamente però, ci preoccupa. Non riesce a capire cosa sia successo e piange disperato. Anche il fratello e la sorella sono inquieti, arrabbiati". “Non riuscivo a crederci – ha detto ancora l’uomo -. In oltre vent'anni in Italia, non mi è mai successa una cosa del genere. Lavoro a Cosenza da vent'anni, la mia famiglia è qui, i miei figli crescono qui non ho mai avuto problemi". Il papà del piccolo ha aggiunto che Cosenza è rimasta vicina alla sua famiglia: “C'è stata anche tanta gente coraggiosa, come la ragazza che ha denunciato tutto su Facebook. In tanti mi hanno espresso solidarietà. La polizia è stata rapida e ha trovato subito l'aggressore. Vorrei capire come ha fatto, proprio lui che ha una figlia, che la stava portando in giro in passeggino, a prendersela con un piccolino di tre anni. È incomprensibile l'aggressione immotivata di un adulto. Ma quella di un bambino è intollerabile".