Cosentino, un pentito accusa: “Il boss ci disse di votare per lui”
"In occasione delle elezioni regionali del 1995 Aniello Bidognetti mi disse che bisognava votare per Nicola Cosentino perché così aveva deciso la cupola del clan", a parlare è il pentito di camorra Raffaele Ferrara, ex capozona dei casalesi a Parete in provincia di Caserta, che ha testimoniato oggi pomeriggio nel processo a carico dell'ex deputato escluso dalle liste elettorali del Pdl. "Durante la campagna elettorale del 1995 Aniello Bidognetti mi inviò i manifesti elettorali di Cosentino con cui tappezzai Parete e altri comuni limitrofi" ha raccontato ancora ai giudici il collaboratore di giustizia nel processo in cui Cosentino è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo Ferrara era proprio l'ex sottosegretario del Governo Berlusconi il referente politico del clan dei casalesi "anche in considerazione della parentela tra Cosentino e la famiglia Schiavone", o almeno così gli avrebbe raccontato il figlio del boss Francesco Bidognetti oggi in carcere.
A quest'ultima affermazione Cosentino non ha resistito ed è sbottato. "Ma quale parentela, io non sono parente di nessuno" ha detto a muso duro l'ex deputato presente insieme nell'aula del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere al fianco dei suoi avvocati. Alle domande dirette dei legali della difesa su che cosa Cosentino avesse promesso in cambio dell'appoggio elettorale, Ferrara non ha fornito indicazioni concrete limitandosi a commentare che "il clan non dà mai niente per niente" e che "Aniello Bidognetti mi disse che dall'elezione di Cosentino il clan avrebbe avuto profitti sul fronte degli appalti pubblici e dei rifiuti, i due pilastri dei Casalesi, e minor tensione sul fronte della normativa anticamorra".