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Cos’è la “cicatrice francese”, l’ultima tendenza autolesionistica diffusa tra gli adolescenti

Due dirigenti scolastiche bolognesi hanno lanciato l’allarme: tra gli studenti sta dilagando una nuova tendenza, quella di provocarsi una cicatrice sul volto.
A cura di Davide Falcioni
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Un pizzicotto sul volto talmente forte da lasciare il segno per giorni o talvolta settimane. Forse parlare di "moda" è esagerato, ma prima che rischi di diventarlo davvero due dirigenti scolastiche di altrettante scuole medie di Bologna hanno lanciato l'allarme scrivendo alle famiglie di alcuni ragazzi per informarle della tendenza di alcuni loro alunni a procurarsi la "cicatrice francese".

Ma di cosa si tratta? Parliamo di un livido sul volto autoinflitto con un forte pizzicotto che lascia un segno per un tempo tutt'altro che breve. Il gesto visibile di autolesionismo, scrive l’Ansa, ha "allarmato gli insegnanti e le dirigenti scolastici di due scuole, una a Molinella e una in città, quando hanno visto i ragazzini arrivare in classe con il viso tumefatto da segni molto simili fra loro e, inizialmente, avevano pensato a episodi di bullismo".

Ma non si tratterebbe affatto di bullismo bensì di un "fenomeno social" che si starebbe pericolosamente allargando: su TikTok sono stati collocati già alcuni tutorial che insegnano come procurarsi il livido particolare.

Come sempre, il pericolo è che atti inizialmente sporadici diventino col passare del tempo attrattivi per un numero sempre maggiore di studenti e studentesse. Per questo Maria Masini, preside della scuola di Molinella ha spiegato: "I genitori interessati sono già stati contatti direttamente, ma cogliamo l’occasione per invitare tutti a monitorare i contenuti dei social e affiancare i propri ragazzi per contenere inutili e pericolosi gesti di emulazione".

Filomena Massaro, preside dell’Istituto comprensivo 12 di Bologna, ha detto che "quella proposta che all’apparenza può sembrare priva di significato, in realtà è una forma di autolesionismo" ed è bene denunciare la sua gratuità. Anche perché "quella traccia rossa diventa una sorta di segno distintivo, come fosse un rito di passaggio per appartenere a una categoria ben precisa", conclude la dirigente.

Le due scuole hanno chiesto alle famiglie di accompagnare i ragazzi (che hanno fra gli 11 e i 14 anni) nell’uso di strumenti come i social network: l’istituto bolognese organizzerà incontri con le classi, mentre a Molinella sono stati coinvolti anche i carabinieri, al fine di intensificare il dialogo con le classi e diffondere fra i ragazzi la consapevolezza sulle conseguenze di certi comportamenti.

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