Cos’è il piano di sicurezza nucleare che il governo italiano ha deciso di aggiornare
Mentre la guerra in Ucraina infuria, con le truppe russe che continuano a colpire i centri nevralgici del Paese e Putin che minaccia l'utilizzo di armi atomiche, in Italia ci si prepara al peggio. Si sta discutendo infatti l'aggiornamento del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Come anticipato da Quotidianosanità.it, la bozza del nuovo piano parla di necessario "riparo al chiuso", con l'indicazione per la popolazione di restare dentro casa, chiudendo porte e finestre. Inoltre si prevede di spegnere i sistemi di ventilazione e condizionamento per brevi periodi, con un limite massimo di due giorni e bloccare la circolazione stradale.
Quindi si parla di interventi diretti di iodioprofilassi, per proteggere la tiroide e ridurre l'assorbimento di iodio radioattivo nelle persone più fragili e prevenire gli effetti più gravi delle radiazioni (disfunzioni cellulari, morte delle cellule, neoplasie, mutazioni, malattie ereditarie). Consiste nella distribuzione di iodio stabile per contrastare gli effetti nocivi dello iodio 131. La misura è prevista per le classi di età 0-17 anni, 18-40 anni e per le donne in stato di gravidanza e allattamento.
Tra le misure indirette, invece, ci sono le restrizioni alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti alimentari, il consumo ridotto di cibo di origine vegetale e animale, una serie di interventi per il patrimonio zootecnico e agricolo, il monitoraggio della contaminazione personale e la previsione di derrate alimentari straordinarie.
Cosa prevede il piano di sicurezza nucleare in Italia
Il Piano nazionale per la gestione delle emergenze nucleari individua le misure che servono per affrontare le conseguenze di incidenti in impianti nucleari che si trovano oltre la frontiera o vicini al confine nazionale, sia in Europa che in Paesi extraeuropei, tali da richiedere interventi immediati, ma non direttamente di Difesa civile. Il pensiero, ora, va quindi immediatamente al recente attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, ma anche, come detto, alle minacce di usare la bomba atomica da parte di Vladimir Putin.
Dopo "un incidente severo a una centrale nucleare – si legge nel Piano- e sulla base di valutazioni dosimetriche, si può presentare la necessità di intervenire per ridurre l’esposizione a radiazioni ionizzanti. L’esposizione può avvenire in modo diretto (inalazione da aria contaminata, irraggiamento diretto da suolo e da nube), a seguito del passaggio della nube radioattiva o in modo indiretto, per inalazione o ingestione di alimenti e bevande contaminati”.
Le tre fasi del piano sul nucleare
Oltre alle misure straordinarie elencate, il Piano prevede l'assistenza ai cittadini italiani che si trovano in una Paese estero interessato da un'emergenza nucleare. E ancora: una gestione razionale dell'informazione alla popolazione, per non terrorizzare e massimizzare la tutela della salute.
Sono considerate tre fasi: la prima corrisponde all'evento e si conclude con il rilascio di sostanze radioattive, la seconda avviene dopo il passaggio della nube radioattiva, con la deposizione al suolo delle molecole nocive, la terza consiste nel convivere con le radiazioni, ottimizzando la protezione con rimedi e bonifiche.