Cos’è il Conclave, come funziona l’elezione del nuovo Papa e quanto dura: cardinali elettori e voti

Il Conclave è la riunione plenaria dei cardinali durante la quale, dopo la morte del Papa, viene eletto il nuovo Pontefice. Il termine deriva dal latino cum clave, cioè "(chiuso) con la chiave" o "sottochiave", e indica il fatto che la sala dove gli elettori si riuniscono ed effettuano tutte le operazioni di voto, la Cappella Sistina, viene serrata fino al termine dell'elezione.
Al 21 aprile 2025, giorno della morte di Papa Francesco, i cardinali elettori che saranno chiamati a eleggere il suo successore sono 135. Infatti, anche se Paolo VI aveva fissato un limite massimo di 120, la soglia è stata superata più volte.
In origine il Papa veniva scelto da tutta la comunità dei fedeli. Ma quando il ruolo di Pontefice divenne un'ambita carica politica l'elezione si trasformò in faida. Quindi, a partire dal 1274 vennero ufficializzate nuove regole, fino a delinearsi con il passare dei secoli la cerimonia nella forma attuale.

Il Conclave può durare da qualche ora a diversi giorni o addirittura settimane, a seconda di quanto tempo viene impiegato per raggiungere il numero di voti necessario all'elezione del nuovo Papa. È richiesta una maggioranza qualificata di due terzi delle preferenze espresse.
Durante il Conclave, ogni giorno possono essere effettuati fino a quattro scrutini: due al mattino e due al pomeriggio. Dopo ogni votazione le schede vengono bruciate in una stufa. La famosa fumata nera indica che non è stato ancora eletto un nuovo Papa, mentre quella bianca annuncia l'avvenuta elezione.
Cos'è il Conclave e come funziona l'elezione del Pontefice
Il Conclave (dal latino cum clave, "chiuso a chiave"), la riunione in cui si elegge un nuovo Papa dopo la morte del Pontefice precedente, inizia non prima di 15 e non oltre 20 giorni dal decesso.
Il processo elettorale è regolato dalla Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II, aggiornata da Benedetto XVI e da Francesco, e prevede norme rigorose per garantire segretezza, libertà e regolarità del voto.
Chi sceglie il nuovo Papa: i cardinali elettori
Secondo la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, hanno diritto di voto nel Conclave i cardinali che non abbiano compiuto 80 anni alla data in cui la sede apostolica diventa vacante.
Come già anticipato, al momento i cardinali elettori che saranno chiamati a scegliere il successore di Papa Francesco sono 135. Infatti, anche se Paolo VI aveva fissato un limite massimo di 120, la soglia è stata superata più volte.
Dove si svolge e quanto dura il Conclave
Il Conclave si svolge all'interno della Cappella Sistina, dove si riuniscono i cardinali chiamati a esprimere il loro voto. Un Conclave non ha una durata precisa, questa dipende da quanto tempo occorre per eleggere un nuovo Papa.
Quello più lungo della storia è stato il Conclave con cui venne eletto Gregorio X. Salì infatti al soglio pontificio solo dopo 1006 giorni di Sede vacante, al termine di un'interminabile e complicatissima elezione papale.
Quanti voti servono per eleggere il nuovo Papa
Per l'elezione del nuovo Pontefice è richiesta una maggioranza qualificata di due terzi delle preferenze espresse. Nel caso in cui tale numero non sia divisibile per tre viene necessariamente immesso un voto in più.
Se venisse confermato il numero dei 135 elettori chiamati a eleggere il successore di Bergoglio, il candidato dovrà ottenere almeno 90 voti per essere eletto Papa. Questa regola si applica a tutti gli scrutini, senza eccezioni.
Come funziona lo scrutinio
Durante il Conclave ogni giorno possono essere effettuati fino a quattro scrutini, due al mattino e due al pomeriggio. Dopo ogni votazione le schede vengono bruciate in una stufa speciale.
La fumata nera indica che non è stato ancora eletto un nuovo Papa, mentre la fumata bianca annuncia l'avvenuta elezione. Se dopo 33 scrutini non si raggiunge l'elezione, si procede a un ballottaggio tra i due cardinali che hanno ottenuto il maggior numero di voti nell'ultimo scrutinio.
Anche in questa fase è necessaria una maggioranza di due terzi per l'elezione e i due candidati in ballottaggio non potranno votare. Quando il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie intima all'inizio del Conclave l'Extra omnes (ovvero, "Fuori tutti") all'esterno non trapela più nulla.

La fase dell'antescrutinium
La prima fase dello scrutinio prevede che i cerimonieri preparino e distribuiscano le schede a ciascun cardinale elettore, che l'ultimo cardinale diacono estragga a sorte, fra tutti i cardinali elettori, tre scrutatori, tre incaricati, detti infirmarii, che raccolgano i voti dei cardinali infermi presso la Domus Sanctae Marthae e tre revisori, e che i cardinali elettori, durante le votazioni, rimangano soli.
Subito dopo la distribuzione delle schede, prima che gli elettori scrivano sulla propria, il segretario del collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e i cerimonieri escono. L'ultimo cardinale diacono chiude e apre la porta quando è necessario (ad esempio. quando gli infirmarii escono con una cassetta per raccogliere i voti dei cardinali infermi presso la Domus Sanctae Marthae, e poi ritornano).
A ciascun cardinale elettore viene consegnata una scheda di forma rettangolare con riportata la scritta Eligo in Summum Pontificem ("Eleggo a Sommo Pontefice"), sotto la quale ognuno deve scrivere con grafia non riconoscibile il nome di colui (solitamente un cardinale) al quale intende dare il suo consenso per l'elezione a Papa.
La fase dello scrutinium
Successivamente un cardinale per volta si avvicina all'altare della Sistina, dove sono presenti i tre scrutatori e un'urna con un piatto poggiato sopra.
Davanti all'affresco del Giudizio Universale di Michelangelo, il cardinale pronuncia il giuramento: "Testor Christum Dominum, qui me iudicaturus est, me eum eligere, quem secundum Deum iudico eligi debere" (in italiano, "Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto"),
Subito dopo mette la scheda sul piatto, lo alza per lasciarla scivolare all'interno dell'urna e torna al proprio posto. Compiute le operazioni di voto, si procede a quelle di spoglio.
Il primo scrutatore agita le schede nell'urna per mescolarle, mentre l'ultimo le conteggia una a una ponendole in un'altra urna vuota, più piccola. Il primo e il secondo scrutatore osservano e leggono in silenzio il nome scritto su ciascuna scheda, mentre l'ultimo lo pronuncia a voce alta, in modo che anche i cardinali elettori possano calcolare quanti voti ha ricevuto ciascun candidato.
Ogni scrutatore riporta i voti in appositi fogli, mentre l'ultimo scrutatore legge le schede e contemporaneamente le fora dalla parte interna, dove si trova la parola "Eligo", per farvi passare un filo. Una volta finito lo spoglio, l'ultimo scrutatore fa un nodo ai due capi del filo e lo pone in un contenitore.
La fase del post-scrutinium
La fase post-scrutinium nel Conclave rappresenta la parte finale delle operazioni di voto, dove si conta il numero dei voti, si bruciano le schede e si verificano le annotazioni degli scrutatori.

È la fase in cui si stabilisce se è stato raggiunto il quorum necessario per l'elezione del nuovo Papa. Se il numero di voti necessari non è stato raggiunto, si procede a un altro scrutinio.
La fumata nera e la fumata bianca
Per informare i fedeli e i media che in quest'occasione si riuniscono in piazza San Pietro e tutto il mondo, dal comignolo montato sul tetto della Cappella Sistina escono una fumata nera o una bianca.
La fumata nera e l'assenza del suono delle campane confermano che non si è ancora giunti all'elezione. Fino agli anni '60 le fumate nere venivano ottenute bruciando anche paglia umida, mentre durante i conclavi più recenti si è proceduto a inumidire le schede con del materiale chimico.
Quando le votazioni, invece, raggiungono un esito positivo vengono bruciate soltanto le schede e il fumo è bianco. L'annuncio ufficiale avviene circa un'ora dopo l'elezione.
Cosa succede quando un cardinale ottiene i voti necessari
Una volta eletto il nuovo papa, l’ultimo dei cardinali diaconi chiama nella Cappella Sistina il segretario del nuovo successore di Pietro, il maestro delle cerimonie liturgiche e i cerimonieri.
Quindi, il cardinale decano chiede formalmente all’eletto se intende accettare o meno l’incarico (in latino, "Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?"). Alla sua risposta affermativa, gli viene chiesto con quale nome sarà Papa.
Dopo la proclamazione, il Pontefice neoeletto si ritira nella cosiddetta "Stanza delle lacrime", ovvero nella sagrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta la talare bianca e i paramenti con i quali si presenterà ai fedeli dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro.

Il nome del luogo deriva dal fatto che si presume che il neo-Pontefice scoppi in lacrime per l'emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.
Dopo la vestizione, il neoeletto ritorna nella Cappella Sistina, siede alla cattedra e viene chiamato a leggere un passo del Vangelo di Matteo, quello nel quale Cristo promette a Pietro e ai suoi successori il primato del ministero apostolico.
Al termine della lettura evangelica e della preghiera per il nuovo Papa, i cardinali si accostano al nuovo Pontefice per prestargli l'atto di ossequio e di obbedienza. Viene infine intonato il Te Deum e il Conclave termina ufficialmente.
Il cardinale protodiacono, ovvero il cardinale diacono nominato da più tempo, dà quindi l'annuncio della nuova elezione affacciandosi dalla Loggia della Basilica di San Pietro e pronunciando l'Habemus papam. Subito dopo fa la sua prima apparizione il nuovo Pontefice, preceduto dalla croce astile, e impartisce la benedizione Urbi et Orbi.