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Cambiamenti climatici

Cos’è Cop28, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici e perché è così importante

Nell’anno in cui la crisi climatica si aggrava mostrandosi per quello che è, ovvero la sfida più importante che l’umanità è chiamata ad affrontare, la conferenza Onu per il clima si terrà a Dubai negli Emirati Arabi Uniti a partire da oggi fino al 12 dicembre. I governi saranno chiamati a discutere di come evitare la catastrofe, ovvero rispettare gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi per mantenere l’aumento della temperatura media globale in un 1.5°.
A cura di Valerio Renzi
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Oggi inizia a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, Cop28. Si tratta della ventottesima conferenza della Conferenza ONU sul cambiamento climatico. È l'incontro annuale dei paesi firmatari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, un documento conosciuto più semplicemente come Accordi di Rio, dalla città brasiliana dove furono siglati nel 1992 per entrare in vigore nel 1994. Cop28 terminerà il 12 dicembre. Ai lavori parteciperanno le delegazioni di tutti i paesi coinvolti, esperti, scienziati, rappresentanti delle imprese e delle organizzazioni non governative. Ovviamente parteciperà anche il governo italiano con una propria delegazione. Il principale obiettivo sarà aggiornare i progressi rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici, come si legge sul sito: "La Cop28 degli Emirati Arabi Uniti rappresenterà un momento fondamentale in cui il mondo farà il punto sui progressi compiuti sull'accordo di Parigi.".

Cosa sono le COP e che obiettivi hanno

In tutto gli Accordi di Rio sono stati ratificati da 195 paesi e dall'Unione Europea: in tutto gli stati nel mondo sono 206, di cui 195 riconosciuti come pienamente sovrani, possiamo dunque tranquillamente dire che gli accordi Onu per il clima coinvolgono davvero tutto il mondo, e per questo sono così importanti. Ma qual'è il principale obiettivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici? "Raggiungere la stabilizzazione delle concentrazioni dei gas serra in atmosfera a un livello abbastanza basso per prevenire interferenze antropogeniche dannose per il sistema climatico". Le Cop dunque servono anche a vigilare sui progressi a livello mondiale e dei singoli paesi per raggiungere gli obiettivi prefissati, ma anche per negoziare nuovi impegni per raggiungere tale obiettivo.

Dagli Accordi di Rio agli Accordi di Parigi

Gli Accordi di Rio non prevedevano impegni vincolanti per gli stati firmatari. Successive conferenze e incontri – il più famoso dei quali è quello tenutosi Giappone nel 1997 che ha portato Protocollo di Kyoto – hanno portato a ratificare obiettivi per la diminuzione di emissione di gas climalteranti. Nel 2015 poi gli Accordi di Parigi hanno fissato le azioni necessarie per tentare di mantenere l'aumento della temperatura media globale entro 1.5° (un obiettivo che le Nazioni Unite ritengono di fatto irraggiungibile).

Cop28 chi parteciperà al meeting per il clima

Durante le Cop si incontrano non solo capi di stato e ministri, ma anche esperti, scienziati rappresentanti del mondo delle imprese, lobbisti (che a Dubai per la prima volta dovranno indossare un cartellino che li identifichi in quanto tali), membri di organizzazioni non governative e rappresentanti di comunità locali. Ci sono centinaia di incontri negoziali su moltissimi temi, che vengono poi seguiti dal lavoro dei cosiddetti sherpa, ovvero i membri degli staff chiamati a discutere e trovare un accordo su ogni singola virgola. La dichiarazione finale viene approvata per "consenso", ovvero non si vota e deve trovare l'accordo tra tutti i partecipanti. Tutte le delegazioni, gli staff delle ong e i giornalisti saranno ospitati nel quartiere conosciuto come Expo City, che sarà divisa in due zone, la blue zone e la  green zone, quest'ultima dedicata esclusivamente a incontri ed eventi promossi dalla società civile. Nota bene: le autorità emiratine hanno reso noto che tollereranno proteste solo all'interno della green zone

Il "global stocktake": l'argomento più importante di Cop28

Lo scorso anno la Cop di Sharm el Sheikh in Egitto ha raggiunto un accordo ritenuto molto importante su loss e damage, ovvero su perdite e danni dovute ai cambiamenti climatici: Cop28 dovrà definire i dettagli di quell'accordo per renderlo operativo garantendo risorse alle popolazioni e ai paesi che stanno affrontando gli effetti più drammatici. Ma al centro della conferenza di Dubai ci sarà il cosiddetto global stocktake, ovvero la verifica degli impegni presi dagli stati membri negli Accordi di Parigi. Non ci sono però buone notizie: entro il 2100, se non correggiamo velocemente la rotta, il riscaldamento globale arriverà a 3°, il doppio della soglia di sicurezza di 1,5° considerata già da molti una battaglia persa. Ha dirlo è il l'Emission Gap Report dell'Environment Programme delle Nazioni Unite.

Cop28 sarà guidata da un petroliere

Nel momento in cui gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno facendo percepibili in tutto il mondo (il 2023 sarà presto certificato come l'anno più caldo mai registrato), e le conseguenze sempre più drammatiche, non lascia molta speranza che Cop28 si terrà in un paese che deve la sua fortuna ai combustibili fossili, e a guidarla sarà un petroliere: Sultan Al Jaber, che oltre a essere ministro dell’industria degli Emirati Arabi Uniti, è anche il CEO della Abu Dhabi National Oil Company (Adoc). Secondo un'inchiesta pubblicata dalla BBC, su documenti raccolti e verificati dai giornalisti del Centre for climate reporting (Ccr), Al Jaber avrebbe usato gli incontri preparatori per la conferenza, per negoziare nuovi accordi petroliferi. Per un portavoce però:“I documenti citati nell’articolo della Bbc sono inesatti e non sono stati usati nelle riunioni preparatorie della conferenza. Usare documenti non verificati non è degno della Bbc”, ha aggiunto il portavoce".

Il futuro del pianeta passa da qui, come ha ricordato Guterres

Nonostante il ruolo degli Emirati Arabi Uniti, e nonostante i risultati finora degli accordi internazionali siano stati scarsi, il futuro passa necessariamente da qui. Per raggiungere risultati significativi, per velocizzare la transizione ecologica a fonti rinnovabili e decarbonizzare l'economia mondiale, serve un consenso molto ampio, che vincoli i paesi firmatari e metta d'accorda gli interessi dei paesi in via di sviluppo con i paesi delle economie più avanzate. Il tempo è finito, come ha ricordato il segretario generale dell'Onu António Guterres:  "I leader non possono più rimandare le decisioni. La COP28 deve prepararci per un'azione drammatica sul clima – ora".

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