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Omicidio Saman Abbas

Cosa succede dopo l’arresto in Pakistan della mamma di Saman Abbas e quando sarà estradata

La madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, è stata arrestata in Pakistan, dove era fuggita dopo l’omicidio della figlia. A dicembre, seppur latitante, è stata condannata all’ergastolo. “Ora si terrà un’udienza durante la quale le verranno letti i motivi per i quali è stata arrestata, poi sarà estradata in Italia”, spiega a Fanpage.it il giudice Valerio de Gioia, consigliere della Corte d’Appello di Roma.
A cura di Eleonora Panseri
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Saman Abbas e la madre
Saman Abbas e la madre
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Dopo una lunga latitanza, la madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, è stata arrestata. La 51enne è stata trovata oggi, venerdì 31 maggio, in un villaggio ai confini con il Kashmir, in Pakistan, dove era fuggita insieme al marito il 1 maggio 2021, dopo l'omicidio della figlia 18enne.

Lo scorso dicembre, seppur ancora latitante, Shaheen è stata condannata all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Reggio Emilia insieme al marito. "Ora si terrà un'udienza nel suo Paese, durante la quale le verranno lette le contestazioni, i motivi per i quali è stata arrestata", spiega a Fanpage.it il giudice Valerio de Gioia, consigliere della Corte d'Appello di Roma.

Valerio de Gioia, Giudice penale del Tribunale di Roma.
Valerio de Gioia, Giudice penale del Tribunale di Roma.

Sulla donna pendeva un mandato di cattura internazionale, "e in questo caso i tempi saranno un po' più lunghi rispetto a quelli che si hanno con un mandato d'arresto europeo", prosegue il giudice, a cui abbiamo chiesto cosa accadrà adesso e quali saranno le prossima tappe dell'iter per l'estradizione.

Giudice de Gioia, cosa succede adesso? Come funziona la procedura di estradizione?

Sarà un classica estradizione. La procedura è gestita dai Ministeri, quindi a livello di esecutivo. Il magistrato fa richiesta al Ministero e, in Italia, il Ministro della Giustizia si rivolge a quello competente nell'altro Paese. Quando la donna arriverà da noi, la questione passerà nelle mani dell'Autorità Giudiziaria.

All'epoca della fuga fu la ministra Cartabia a firmare l'ordine di cattura internazionale, chiedendo al Pakistan di collaborare per riportare i genitori di Saman. Prima è stato trovato e arrestato solo il marito, che è stato condotto in Italia e giudicato. Adesso lo stesso provvedimento verrà portato a esecuzione nei confronti della moglie, che era invece rimasta latitante.

Il latitante è colui che si sottrae all'esecuzione di una misura cautelare (e non del processo), che non può essere applicata fino a che non viene trovata la persona interessata e non viene fatta richiesta di estradizione al Paese dove si trova. Ora la madre di Saman verrà portata in carcere, le faranno conoscere i contenuti della misura cautelare e anche l'esito del giudizio di primo grado, perché la sua assenza non ha impedito che si celebrasse il processo anche nei suoi confronti.

Da quello che è emerso dalla sentenza della Corte d'Assise, sembra anche che lei sia stata proprio l'autrice materiale del delitto, che lei abbia strangolato la figlia. Durante l'udienza non sarà quindi valutato il merito della sua colpevolezza, ma la sussistenza di elementi a suo carico e l'assenza di elementi ostativi.

Perché viene fatta richiesta di estradizione?

La consegna di una persona viene richiesta nel caso in cui abbia commesso un delitto grave in un Paese diverso da quello in cui si trova. Come avvenuto, per esempio, nel caso del ragazzo francese accusato di aver ucciso la compagna ad Aosta: il fatto che abbia commesso il reato in Italia radica la celebrazione del processo qui. Ma non si può andare in un Paese e prelevare una persona, bisogna rispettare la sovranità di quel Paese

Quali sono i casi in cui può essere respinta una richiesta di estradizione?

Se all'Italia viene chiesta, per un cittadino italiano o straniero che sia, l'estradizione da uno Stato che lo ha condannato alla pena di morte, il nostro Paese può rifiutarsi di concederla (perché da noi non è prevista, ndr) o ammetterla solo con la garanzia che non venga applicata la pena capitale (come sta accadendo con il caso Assange, ndr).

L'estradizione non viene data anche se una persona viene condannata per una condotta che nell'altro Paese non integra reato. Per esempio, ci sono Stati che sanzionano l'omosessualità. Se uno di questi dovesse chiedere l'estradizione all'Italia per questo motivo, il nostro Governo potrebbe non concederla.

Al diretto interessato viene sempre richiesto il consenso all'estradizione, tramite il suo legale, ma questo non è vincolante. Se la persona dà il suo consenso, la procedura diventa semplicemente più rapida. E anche se ci sono accordi internazionali bilaterali ovviamente tutto è più agevole. Ci sono alcuni Stati che non concedono l'estradizione, dei ‘porti franchi', o che possono scegliere di non garantirla per determinati reati.

Dopo l'udienza cosa accadrà? Quando arriverà in Italia?

I tempi non dovrebbero essere troppo lunghi. Dopo il suo arrivo in Italia, non verrà, ovviamente, rifatto il processo e la madre di Saman rimarrà in carcere, visto che la misura cautelare non è mai stata eseguita e sono quindi ripartiti i termini.

In Italia quindi non verrà eseguita la pena del processo di primo grado, l'ergastolo, che diventerà effettiva quando passerà in giudicato, ma sarà rinchiusa in carcere sulla base della custodia cautelare emessa per poter spiccare il mandato di cattura internazionale. Potrà poi partecipare al giudizio d'Appello, quando ci sarà.

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