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Guerra in Ucraina

Cosa succede all’Italia se Putin chiude le forniture di gas e perché è bene prepararsi al peggio

Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club: “Il governo usa toni eccessivamente rassicuranti. Se la Russia decidesse di chiudere le forniture di gas per l’Italia sarebbero guai molto seri”.
Intervista a Gianni Silvestrini
Direttore scientifico di Kyoto Club
A cura di Davide Falcioni
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"Il governo usa toni eccessivamente rassicuranti. Se la Russia decidesse di chiudere le forniture di gas per l'Italia sarebbero guai molto seri".

A lanciare l'allarme, in un'intervista rilasciata a Fanpage.it, è Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club. Secondo l'esperto – pur evitando di fare catastrofismo – sarebbe opportuno preparare la popolazione a un inverno che potrebbe rivelarsi il più difficile degli ultimi anni. Se Vladimir Putin dovesse "chiudere i rubinetti" del gas, infatti, milioni di persone potrebbero essere chiamate a compiere sacrifici importanti, senza considerare le ricadute economiche per l'intero sistema produttivo del  Paese.

Ciò che accadrà dipenderà dalle decisioni che prenderà il Cremlino e dagli sviluppi della guerra in Ucraina. Ma le premesse non lasciano ben sperare, ed è opportuno prepararsi al worst-case scenario. L'UE ha trovato ieri un accordo sul piano d’emergenza per la riduzione dei consumi di gas e gli Stati membri si preparano al razionamento in vista dell’inverno: il taglio dei consumi sarà del 15%, ma l'Italia potrà beneficiare di una deroga e scendere al 7%.

Gianni Silvestrini
Gianni Silvestrini

Dottor Silvestrini, cosa ci attende il prossimo inverno?

Partiamo dai dati. L'Italia consuma un terzo del gas per la generazione elettrica, il 43% per i consumi del settore civile e il 18% per l'industria. Questo è interessante perché ci fa capire dove è possibile intervenire, premettendo che in linea di massima si vorrebbero evitare razionamenti eccessivi nel settore civile; si taglieranno le forniture alle industrie energivore si raccomanderà maggiore parsimonia nei consumi.

Cosa accadrebbe nella peggiore delle ipotesi, quella di uno stop totale delle forniture di gas dalla Russia?

Secondo una stima abbastanza preoccupante fatta da Bankitalia si registrerebbe un calo del Pil dello 0,3% nel 2022 e dello 0,5% nel 2023. Di fatto un taglio del gas porterebbe a una recessione economica del Paese.

Secondo alcuni analisti rischieremmo addirittura un nuovo lockdown. Esagerano?

No, è uno scenario possibile: non è da escludere uno scenario in cui le industrie più energivore siano costrette a chiudere per dei periodi e lasciare a casa i dipendenti. Per questo penso che i messaggi lanciati dal governo siano eccessivamente rassicuranti. Bisogna preparare la popolazione al peggio: la situazione non è prevedibile perché la Russia potrebbe decidere da un momento all'altro di tagliare il gas.

Cingolani dice che stiamo stoccando quantitativi di gas adeguati a fronteggiare l'emergenza.

Sì, ad oggi il riempimento degli stoccaggi è al 70,5%, ma i nuovi rigassificatori entreranno a regime nel 2023/2024. Ribadisco: bisogna fare come in Germania e spiegare ai cittadini quale potrebbe essere lo scenario peggiore, cioè uno stop totale del gas russo. Ricordo che Putin ha in mano questa carta e può giocarla quando vuole.

Un rigassificatore
Un rigassificatore

Cosa dovrebbero fare i cittadini per ridurre i consumi?

Il governo potrebbe raccomandare in questi mesi estivi di aumentare un po' la temperatura dei condizionatori, mentre in inverno andrebbe abbassata quella degli impianti di riscaldamento. Negli uffici pubblici il discorso cambia e si potrebbero fissare regole più rigorose: ad esempio si potrebbe stabilire una temperatura massima di 19 gradi.

Cosa accadrà alle bollette?

Dipende dal prezzo del gas, che in questo momento è assolutamente incontrollabile. Ma direi che se saremo costretti a ridurre i consumi anche le bollette potrebbero essere meno care.

Ora siamo in emergenza, ma quali strategie dovremmo adottare sul lungo periodo per essere meno dipendenti dal gas?

È urgente potenziare le fonti d'energia rinnovabili. Dopo un blocco di 8 anni iniziato nel 2014 si stanno finalmente installando nuovi impianti, soprattutto di piccole dimensioni. Nel nostro Paese quest'anno sono stati installati 822 megawatt di impianti fotovoltaici, ma ci sono altri 6 gigawatt di impianti autorizzati e pronti per essere realizzati. Dobbiamo accelerare, siamo ancora troppo lenti.

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