Cosa sta succedendo nell’ospedale Al-Shifa, il più grande di Gaza: “Cadaveri ovunque, anche bambini”
Tra i luoghi meno sicuri di Gaza, dove si intensificano i combattimenti tra le truppe di Israele e Hamas dopo l'attacco di quest'ultima del 7 ottobre scorso, c'è l'ospedale di Al-Shifa. È il più grande di Gaza City, il nome in arabo significa "casa della guarigione". Può ospitare al suo interno fino a cinquemila pazienti e nelle ultime settimane si è trasformato anche in un rifugio per decine di migliaia di palestinesi che hanno dovuto lasciare le proprie case per sfuggire ai raid israeliani.
Il bilancio dei morti nell'ospedale Al-Shifa
Hamas ha fatto sapere che nelle ultime ore è salito a 6 il numero dei neonati prematuri morti per assenza di cure nell'ospedale Al-Shifa, vicino al quale si combatte, e a 9 quello dei pazienti in cura intensiva che hanno perso la vita per lo stesso motivo. Nelle scorse ore anche tre infermieri sono deceduti.
Le sale operatorie dell'ospedale "sono completamente fuori uso e quando i feriti vengono da noi non possiamo dare loro nient'altro che interventi di pronto soccorso", ha detto, citato da Al-Araby Tv e dalla Cnn, il direttore sanitario della struttura medica palestinese, vicino al quale si sta combattendo, il dott. Mohammad Abu Salmiya. "Chiunque ha bisogno di interventi chirurgici muore e non possiamo fare nulla per loro", ha aggiunto.
Una situazione diventata insostenibile come stanno confermando l'Organizzazione mondiale della Sanità e altre associazioni non governative che operano nella Striscia, che da settimane denunciano la carenza di carburante necessario per tenere accese le macchine salvavita e non solo.
Oms: "Al-Shifa non funziona più come ospedale"
È stato proprio il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha lanciare l'ultimo allarme: "Al Shifa di Gaza è rimasta senza acqua per tre giorni e non funziona più come un ospedale. I continui spari e bombardamenti nella zona hanno esacerbato la situazione già critica. Tragicamente, il numero di pazienti deceduti è aumentato in modo significativo", ha scritto su X, già Twitter, chiedendo il cessate il fuoco immediato.
Secondo l'Onu inoltre, infrastrutture vitali dell'ospedale, come la macchina per produrre ossigeno, i serbatoi d'acqua e un pozzo, l'unità cardiovascolare e il reparto maternità, sono state danneggiate dai bombardamenti.
Le testimonianze di Medici senza Frontiere
A confermare la criticità della situazione è stato anche il team di Medici senza Frontiere che lavora all'ospedale Al-Shifa. L'organizzazione da sabato notte non riesce a mettersi in contatto con gli operatori sul posto e altri membri dello staff che vivono a Gaza City hanno detto che i combattimenti fuori dall’ospedale non si sono fermati. "Ci sono cadaveri in strada. Persone ferite. Sentiamo le grida di aiuto, ma non possiamo fare nulla. È troppo pericoloso uscire", ha detto uno di loro.
Il personale medico, compreso quello di MSF, i pazienti in condizioni critiche e i civili sfollati sono ancora all'interno dell'ospedale Al-Shifa. "La popolazione ha paura di andare negli ospedali", ha detto il dottor Mohammad Abu Mughaiseb, vice coordinatore medico di MSF a Gaza. "Stamattina mi stavo recando all'ospedale di Al-Shifa per lavorare quando la struttura è stata colpita. Tutti noi eravamo inorriditi, alcuni si sono buttati a terra. Ho visto cadaveri, anche di donne e bambini. Una scena orribile che ci ha fatto piangere tutti", ha aggiunto l'infermiere Maher Sharif.
Perché Israele bombarda l'ospedale Al-Shifa
Israele ritiene che sotto la struttura ospedaliera ci sia il comando centrale di Hamas. Per accedervi ci sarebbe un reticolo di cunicoli che porta ai locali sotterranei, dove si nasconderebbero centinaia di terroristi, compreso il capo Yahya Sinwar, che al momento rappresenta il ricercato numero uno dell'Idf.
Secondo il portavoce Daniel Hagari, Israele ha informazioni secondo cui vi sarebbero diversi tunnel che dall'esterno dell'ospedale conducono alla base sotterranea. In questo modo i terroristi di Hamas, per accedere al centro di comando, non avrebbero bisogno di entrare dagli ingressi del nosocomio usati comunemente dai pazienti. Per altro, sempre secondo Hagari, "Shifa non è l'unico ospedale utilizzato per questi scopi, è uno tra tanti. I terroristi di Hamas operano all'interno degli ospedali proprio perché sanno che le Forze di difesa israeliane distinguono tra terroristi e civili".