Cosa significa tetto al prezzo del gas e cosa cambierebbe per le bollette dei cittadini
Da giorni non si fa altro che parlare di "tetto al prezzo del gas" dopo che la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha dichiarato che "è tempo che in Europa" venga presa questa decisione, dopo quella sul petrolio da parte dei Paesi del G7, in un momento di grande incertezza a livello internazionale dovuta alla guerra in Ucraina.
Notizie più precise arriveranno entro il prossimo fine settimana, dal momento che è in programma venerdì la riunione dei ministri dell’Energia a Bruxelles.
Ma di cosa si tratta nello specifico e quali potrebbero essere le ricadute sulle tasche delle famiglie italiane?
Come funziona il price cap
L'Unione europea potrebbe decidere di fissare un prezzo massimo al metano, nel tentativo di fermare le speculazioni e abbassare drasticamente i costi di gas e luce per famiglie e imprese, che si prevedono alle stelle per il prossimo autunno se i rapporti con Mosca non dovessero migliorare.
L'obiettivo del tetto al prezzo del gas è quello di calmierare i prezzi per gli operatori, così da continuare a riempire gli stoccaggi, cioè le riserve che servono per affrontare l'inverno con maggiore tranquillità.
Con il "price cap" verrebbe imposta una soglia (si parla di 80-90 euro a megawattora, di contro ai 235 raggiunti oggi) oltre la quale gli operatori europei non possono acquistare il gas. Il limite varrebbe solo per il gas importato dalla Russia e per un periodo limitato. Verrebbero così esclusi i Paesi diversi dalla Russia che ci forniscono gas, come Qatar, Stati Uniti, Egitto, Algeria e Azerbaijan.
Le esperienze di Spagna e Portogallo
Come testimoniano le esperienze di Spagna e Portogallo, che hanno imposto un tetto al prezzo del gas acquistato dalle loro centrali elettriche, il risparmio sarebbe di qualche decina di euro al mese per le famiglie, mentre le imprese potrebbero recuperare centinaia o addirittura migliaia di euro (per le più grandi), anche se i Paesi del Nord sembrano essere più titubanti, in particolare Olanda, Svezia e Ungheria.
Il tetto al prezzo del gas era già stato proposto da Mario Draghi lo scorso giugno, sostenuto proprio da Spagna e Grecia.
Tutto, questo, ovviamente, al netto di quello che deciderà la Russia, che potrebbe anche chiudere i rubinetti del gas se dovesse essere presa effettivamente la decisione sul price cap. "Se i Paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi sulle risorse energetiche russe – aveva detto senza giri di parole il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia di stampa Tass – forniremo petrolio solo ai Paesi che si adeguano alle condizioni del mercato".