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Crollo ponte Morandi a Genova

Cosa sappiamo sul camion carico di hashish precipitato nel crollo del Ponte Morandi

Secondo quanto spiegato da fonti investigative a Fanpage.it, il carico di 900 chili di droga contenuti nel camion precipitato nel crollo del Ponte Morandi a Genova del 2018, che ‘Ndrangheta e Camorra avrebbero tentato di recuperare, “non sappiamo né se sia esistito né che fine abbia fatto. È solo un fatto intercettivo”.
A cura di Ida Artiaco
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Il carico di droga, ben 900 chili di hashish, contenuti nel camion che è precipitato nel crollo del Ponte Morandi a Genova nell'agosto del 2018 "non sappiamo né se sia esistito né che fine abbia fatto. È solo un fatto intercettivo".

È quanto hanno spiegato a Fanpage.it fonti investigative che si sono occupate dell'indagine "Blu Notte", che lunedì ha fatto scattare 48 arresti tra componenti di clan calabresi e che è coordinata dalla Procura di Reggio Calabria. Proprio all'interno delle carte relative a questa inchiesta, ci sono le intercettazioni ambientali, risalenti al marzo 2020, da cui emerge la presenza di droga, dal valore di circa 10 milioni di euro, all'interno del mezzo coinvolto nella tragedia di Genova.

Si tratta della conversazione telefonica tra Francesco Benito Palaia, ritenuto affiliato al clan di ‘Ndrangheta Bellocco di Rosarno e in carcere dal 13 dicembre, e un suo uomo di fiducia, Rosario Caminiti.

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"Allora, quando è crollato il ponte Morandi, se tu vai al primo video, è caduto un furgone. È un euro cargo giallo, lo vedi benissimo perché è giallo, con una cella frigorifera. Hanno detto che l’avevano confiscato ma ora lo hanno spostato da Latina a Frosinone e c’è la possibilità di andarlo a prendere. Ci vuole un carrellone e lo porto direttamente in Calabria", dichiara Palaia.

In realtà, hanno sottolineato le fonti investigative, essendo l'intercettazione molto successiva ai fatti di Genova "non era più riscontrabile né c'era possibilità di fare attività diretta. È stata inserita nelle carte perché fa capire la caratura criminale di Palaia nell'ambito del narcotraffico, al punto che persino i campani si erano rivolti a lui per risolvere un problema logistico che avevano".

Il riferimento è al fatto che nel camion in questione, stando all'intercettazione di Palaia e Caminiti, c'era un carico dal valore di milioni di euro, destinato a "dei malavitosi campani". Secondo quanto viene raccontato sempre dallo stesso Palaia, i clan napoletani di Secondigliano e Scampia gli avevano proposto di recuperare il carico, pensando che i destinatari della partita l’avessero data per persa. In cambio della spartizione al 50% della sostanza stupefacente.

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