Cosa sappiamo finora sul vaiolo delle scimmie: contagi in Italia e nel mondo, decessi e sintomi
Continuano ad aumentare i casi di vaiolo delle scimmie, noto anche come monkeypox, in Italia e nel mondo. Ieri è stata confermata positività di altre 4 persone, una in Emilia Romagna, una in Veneto e due in Lombardia, che si aggiungono a quelle registrate nei giorni scorsi a Roma e in Toscana. Si tratta, per la maggior parte, di uomini sui 30 anni rientrati da viaggi all'estero. Seppur la situazione merita attenzione, tuttavia gli esperti restano cauti sul lanciare l'allarme: al momento, infatti, non si è verificato alcun decesso e i sintomi non sono gravi. Ecco tutto quello che sappiamo finora.
I casi in Italia e nel mondo
Al 25 maggio, secondo l'ultimo aggiornamento disponibile sul sito dell'Ecdc, sono 118 i casi di vaiolo delle scimmie confermati in Europa, di cui 5 in Italia. Ma in realtà ne sono di più perché il Centro per le malattie europeo non tiene ancora conto di quelli registrati nelle ultime ore tra Lombardia (dove ora in totale ne sono 5), Emilia Romagna e Veneto.
Il Paese Ue con il maggior numero di positivi è la Spagna, dove se ne contano ben 51: proprio qui, alle Canarie, si sarebbe svolto un maxi evento terminato il 15 maggio scorso dove pare sia scoppiato il primo grande focolaio di monkeypox. La maggior parte dei soggetti italiani contagiati ha sviluppato i sintomi della malattia proprio tornando da una vacanza alle Canarie. In tutto il mondo i casi confermati sono 219, di cui 71 nel Regno Unito e 15 in Canada.
Sintomi e trasmissione del vaiolo delle scimmie
Sempre l'Ecdc ha annunciato che "non ci sono stati morti. La presentazione clinica è generalmente descritta come lieve". Tra i sintomi più comuni rilevati, come ha anche confermato l'Oms nei giorni scorsi, ci sono eruzioni cutanee, febbre, mal di testa, dolori muscolari e linfonodi ingrossati. Le famose lesioni cutanei sarebbero state trovate nella maggior parte dei pazienti in zone intime, elemento che "indica che la trasmissione probabilmente si è verificata durante uno stretto contatto fisico".
Ma, come ha spiegato il dottor Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano in una intervista a Fanpage.it, pur non essendo questa una malattia a trasmissione sessuale, l'atto sessuale è però facilitante perché questo virus si trasmette in due modi: attraverso i famosi droplets, che abbiamo imparato a conoscere col Covid, ma anche soprattutto con il liquido delle vescicole che ci sono sul viso, sul tronco, sul palmo delle mani e sui genitali". Il che è stato anche confermato dal Ministero della Salute che ha realizzato le linee guida per la gestione di monkeypox. Questa malattia, endemica in alcune zone dell'Africa centrale, è la prima volta che si diffonde in maniera così massiccia nel mondo Occidentale e con una trasmissione uomo-uomo e non animale-uomo come in genere è stato documentato.