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Cosa sappiamo dell’incidente tra un pullman di ragazzi in gita e un’ambulanza in galleria a Urbino

Il mezzo di soccorso, partito pochi minuti prima dell’incidente da Fossombrone, ha preso fuoco, probabilmente a causa dell’esplosione delle bombole d’ossigeno che trasportava. I quattro occupanti non hanno avuto scampo.
A cura di Davide Falcioni
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È di quattro morti e sette feriti il bilancio di uno spaventoso scontro frontale a Urbino avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri nella galleria Ca' Gulino, lungo la SS73 bis – la cosiddetta "bretella" tra Urbino e Fermignano.

Le indagini sulle cause dello scontro tra l'ambulanza e il pullman

A schiantarsi un'ambulanza dell'AST1 di Pesaro e un autobus pieno di ragazzini in gita insieme ai loro e accompagnatori, un parroco e alcuni seminaristi; nel violentissimo impatto il mezzo di soccorso, partito pochi minuti prima da Fossombrone, ha preso fuoco, probabilmente a causa dell'esplosione delle bombole d'ossigeno che trasportava. I quattro occupanti non hanno avuto scampo. Si tratta dell'equipaggio della Potes – un medico, un'infermiera e l'autista – e un paziente 80enne diretto all'ospedale di Urbino. Tra le altre ipotesi al vaglio degli inquirenti c'è anche quella del malore del conducente dell'ambulanza.

La possibile dinamica dell'incidente

Dei feriti, 4 sono stati trasportati all'ospedale di Pesaro (due bambini e due accompagnatori), tre a quello di Urbino (2 ragazzi ed un accompagnatore). Le loro ferite fortunatamente sono lievi e sono in corso le procedure di dimissione. Sotto choc l'autista del pullman. A giudicare dalle prime immagini, l'ambulanza avrebbe almeno in parte invaso la corsia opposta in curva all'interno della galleria per poi andare ad incastrarsi sotto la ruota anteriore del bus. L'esatta dinamica dell'incidente tuttavia è ancora al vaglio degli inquirenti, che nelle prossime ore esamineranno i rilievi condotti dalla polizia stradale.

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Chi viaggiava a bordo del pullman

A bordo dell'autobus viaggiavano una trentina di ragazzi tra i 7 e i 13 anni che partecipavano a una gita organizzata dalle parrocchie Madonna della Speranza, San Pio V e San Giovanni Battista di Grottammare e dalla parrocchia San Basso di Cupra Marittima, in provincia di Ascoli Piceno. Presenti sul pullman, come accompagnatori, il parroco di Cupra, don Roberto Traini, e quattro seminaristi: Francesco Bollettini, Andrea D’Aprile, Simone Gasperi e Stefano Ruggeri. I giovani stavano facendo un tour di due giorni alla scoperta dei presepi dell'Urbinate e delle rievocazioni storico religiose della zona.

Chi sono le quattro le vittime

Le vittime dell'incidente sono il medico della Potes di Fossombrone, Sokol Hoxha, 42 anni, albanese, l'infermiera Cinzia Mariotti, 49 anni, di Acqualagna, l'autista soccorritore Stefano Sabbatini, 59 anni, di Fossombrone e il paziente trasportato a bordo dell'ambulanza, Alberto Serfilippi, classe 1938. Sokol Hoxha ha studiato alla Politecnica Marche.

Le reazioni, Uil: "Garantire la sicurezza dei lavoratori"

"Il personale sanitario che lavora in ambulanza rischia la vita ogni giorno e la mette a servizio dei pazienti. Sono eroi silenziosi e quotidiani: quest'oggi tre di loro sono caduti per adempiere al loro dovere", il commosso messaggio dell'assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini. "Dobbiamo essere grati a tutti coloro che ogni giorno si mettono a servizio della comunità con coraggio ed altruismo" conclude.

La Diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto Marche ha espresso "le più sentite condoglianze ai familiari delle vittime". Il dolore per la tragedia interessa però l'intero sistema sanitario locale. "Siamo profondamente addolorati per la perdita dei nostri operatori in questo tragico incidente", ha commentato la Direzione generale dell'Azienda sanitaria territoriale di Pesaro Urbino. "Hanno dedicato la loro vita alla comunità e ai pazienti. Siamo vicini alle famiglie dei nostri colleghi e del paziente che hanno perso la vita". La Uil Fpl Pesaro Urbino, il sindacato al quale erano iscritti Stefano Sabbatini e Cinzia Mariotti, autista e infermiera della Potes 118 di Fossombrone, due delle quattro vittime del sinistro, mette in evidenza la necessità di garantire maggiore sicurezza sul lavoro. "Tra i diritti – ha sottolineato la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – c'è anche quello di poter tornare a casa dal lavoro sani e salvi. Le cause ovviamente sono tutte da accertare, ma la conta dei feriti e dei morti in Italia e nelle Marche, oltre 14mila infortuni di cui 21 mortali nei primi 10 mesi dell'anno, è drammatica. Una piaga sociale che non viene mai affrontata con la logica della prevenzione ma sempre con il cordoglio del giorno dopo".

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