Cosa sappiamo della perizia su Liliana Resinovich: “È il tassello che aspettiamo”
La morte di Liliana Resinovich ad oggi, oltre due anni dopo il ritrovamento del cadavere a Trieste, resta ancora un mistero. Lo scorso febbraio a Milano, dopo che è stata ottenuta la riesumazione della salma, sul corpo della 63enne è stata effettuata una nuova autopsia. E della perizia medico-legale richiesta all'antropologa forense Cristina Cattaneo per fare chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte di Resinovich ne ha parlato di recente il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo.
"È il tassello che aspettiamo" ma "non c'è ancora una data", è quanto ha detto De Nicolo rispondendo a una domanda sulle indagini in corso sul mistero di Liliana. Non c’è ancora una data per la consegna della perizia dunque, e il procuratore non ha fatto neppure intuire dei possibili tempi. "Ci stanno lavorando – ha infatti spiegato -, mi sarebbe piaciuto" riceverla prima della scadenza dell'incarico in Procura, "ma forse la vedrò dopo". E ancora, ha precisato: "Sono esami molto complessi, ci tengono a svolgerli bene e serve tempo".
La scomparsa di Liliana Resinovich dalla sua casa a Trieste risale al 14 dicembre 2021: dopo settimane di ricerche il corpo senza vita della donna fu trovato, il 5 gennaio, nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Liliana Resinovich era avvolta in due sacchi neri e aveva la testa infilata in due sacchetti di plastica fermati con un cordino.
Inizialmente, dopo mesi di indagini, la Procura aveva chiesto l’archiviazione del caso parlando di un suicidio, mai però i familiari della donna hanno creduto a questa pista e si sono opposti all’archiviazione. Poi il gip del Tribunale di Trieste ha disposto nuove indagini ed è stato ipotizzato il reato dell'omicidio (non più il sequestro di persona), a carico di ignoti. Ben venticinque i punti elencati dal giudice, sostanzialmente gli aspetti che gli avvocati dei famigliari di Lilli hanno chiesto di approfondire. Finora mai nessuno, comunque, è stato iscritto nel registro degli indagati.
La speranza è che dalla seconda autopsia possano arrivare delle risposte importanti: “Un eventuale assassino potrebbe aver lasciato tracce”.