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Omicidio Saman Abbas

Cosa possiamo aspettarci dal processo di Appello sul caso Saman che parte oggi

La Procura ha continuato a indagare sul caso di Saman e oggi 27 febbraio, giorno della prima udienza di secondo grado, potrebbe già presentare nuove prove. L’accusa punta sulla premeditazione.
A cura di Giorgia Venturini
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Danish Hasnain (a sinistra), Saman Abbas (al centro) e Shabbar Abbas (a destra)
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Riparte in secondo grado il processo sulla morte di Saman Abbas, uscita di casa a Novellara alla mezzanotte del 30 aprile 2021 e poi uccisa poco lontano dalla sua abitazione perché voleva andare via con il fidanzato che aveva scelto. In primo grado sono stati condannati all'ergastolo la madre di Saman, Nazia Shaheen, e il padre Shabbar Abbas: entrambi lo scorso agosto sono stati estradati in Italia. Lo zio Danish Hasnain è stato condannato a 14 anni, mentre i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq sono stati assolti. Nei confronti di questi due la Procura ha presentato il ricorso e anche loro saranno imputati nel processo in Appello. Ma cosa succederà da oggi?

La Procura intanto è andata avanti a indagare e oggi 27 febbraio, giorno della prima udienza di secondo grado, potrebbe già presentare nuove prove: in giornata potrebbe depositare anche le sue risposte alle memorie della difesa. Ma chi ci sarà in aula oggi? I due condannati all'ergastolo potrebbero presentarsi, resta un incognita per lo zio e i due cugini. Durante il processo di secondo grado potrebbero essere risentiti il fratello di Saman, il datore di lavoro del padre, il perito archeologo forense Dominic Salsarola e il maggiore dei carabinieri Antonio Pallante.

La Procura punterà sulle premeditazione e si vedrà da oggi quali saranno gli ulteriori elementi nelle loro mani. Tra i punti ancora da chiarire c'è sicuramente l'oggetto che Shabbar Abbas aveva in mano mentre le telecamere di video-sorveglianza lo riprendevano di ritorno dopo l'uscita da casa di Saman, a mezzanotte: su quell'oggetto – che la Procura pensa sia lo zainetto della ragazzaè stato disposta una perizia.

Intanto in questi mesi il legale di Shabbar, l'avvocato Sheila Foti, fa sapere che i due condannati all'ergastolo non si sono mai visti: "Non si sono più visti né sentiti. Quando è arrivata in Italia, sia noi che il difensore della mamma di Saman abbiamo fatto istanza scritta alla Corte d'Assise d'Appello per chiedere l'autorizzazione perché potessero incontrarsi o quanto meno chiamarsi o videochiamarsi, ma l'hanno respinta".

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