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Cosa non torna nel film “Iddu” e perché la storia di Messina Denaro e Vaccarino non può essere romanzata

Al cinema è uscito Iddu, il film “liberamente ispirato” alle lettere scambiate tra Matteo Messina Denaro e l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino. A Fanpage.it Katia Sartori, la criminalista che ha analizzato questi pizzini, spiega cosa non torna in questo film e perché certe storie non possono essere romanzate.
A cura di Giorgia Venturini
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"La realtà è un punto di partenza, non la destinazione". Inizia così il film su Matteo Messina Denaro Iddu dei registi siciliani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Inizia proiettando alcune frasi ancora prima che entrino in scena gli attori protagonisti Toni Servillo ed Elio Germano: nelle primissime parole autori e registi fin da subito spiegano che questo è un film "liberamente ispirato" a storie veramente accadute e che i personaggi sono frutto della fantasia. Peccato però che i protagonisti della pellicola non sono per nulla inventati.

La pellicola si concentra sulla corrispondenza epistolare tra il boss di Castelvetrano (il cui paese non viene mai citato nel film) e Catello, un politico condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso che accetta di aiutare i servizi segreti a catturare il super latitante. Nella realtà c'è un solo uomo un ex sindaco di Castelvetrano ad avere deciso di collaborare con i servizi segreti. Si chiamava Antonio Vaccarino, è morto nel 2021. No, Vaccarino non è mai stato condannato per mafia. La fantasia in questo film, dunque, sta solo nei "dettagli". Nei dettagli che però contano. Al grande pubblico sfuggirà, ma non chi conosce al storia di Antonio Vaccarino. "Non andrò a vedere il film, hanno massacrato mio marito", spiega a Fanpage.it la moglie di Antonio Vaccarino Gisella D’Anna.

A commentare a Fanpage.it invece il film è Katia Sartori, la criminalista che per conto della famiglia dell'ex sindaco ha analizzato le lettere tra Matteo Messina Denaro e Antonio Vaccarino confermando che fu veramente il boss a scriverle (nel film invece il boss detta i pizzini a una donna che batte a macchina) ed è stato lo stesso boss a confermarlo durante il primo interrogatorio di febbraio 2023 davanti ai magistrati di Palermo.

La criminalista Katia Sartori
La criminalista Katia Sartori

Quanto è romanzato questo film? Ed è giusto fantasticare su un personaggio realmente esistito? 

La pellicola ha decisamente un taglio tragicomico. Posso capire l'esigenza di romanzare alcuni fatti di cui non si ha contezza e alcuni personaggi, ma qui non stiamo parlando di personaggi astratti. Il personaggio principale è una persona, Matteo Messina Denaro, che nella sua storia criminale si è macchiato le mani di sangue. Non è corretto neanche per tutte le vittime che sono morte a causa o per mano sua. Credo che alcune cose, quando si ha la certezza di come siano andate, debbano essere raccontate rispecchiando la realtà. Senza romanzare. Senza creare squilibri tra realtà e finzione. La verità di quel carteggio tra Matteo Messina Denaro e Vaccarino era ed è una cosa certa, incontrovertibile. Bastava fare una verifica su un qualsiasi motore di ricerca online. Con tutto rispetto parlando, ma il libro dal quale questo film trae ispirazione (Lettere a Svetonio del 2008) è ampiamente superato.

Perché questa necessità di cambiare il nome di Vaccarino? 

Non lo so, probabilmente per non incappare in qualche guaio giudiziario a questo punto, dati i riferimenti chiari e precisi della vicenda e degli attori reali. Anche perché – ripeto – quando parli di Matteo Messina Denaro non puoi creare un personaggio. Quando sai come sono andate le cose, fantasticare, può portarti a far esaltare un personaggio che non merita di essere messo in risalto.

Nel film cosa non è raccontato in modo corretto? 

In questa pellicola ci sono circostanze narrate che non solo non rappresentano la verità storica dei fatti, ma la realtà è stata completamente ribaltata per far posto alla finzione. Prima di tutto, anche già durante la presentazione, viene precisato che il film "Iddu" è liberamente ispirato alla latitanza di Messina Denaro e dei suoi scambi epistolari con l'ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, contenuti nel libro “Lettere a Svetonio del 2008”. Quindi si sa che si parla di lui nel film. Il peggior errore è dire che il personaggio di Toni Servillo, che trae ispirazione da Vaccarino, è stato condannato per mafia quando invece nella realtà non è mai stato condannato al 416bis. È stato sì in carcere per altri guai giudiziari, ma c’era in previsione una revisione del processo.

Inoltre, nella presentazione della pellicola si legge che Vaccarino ha dato vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante. Quando ho letto quelle parole ne sono rimasta molto stupita. Perché improbabile? Significa che non solo vai a smentire ciò che io ho scritto nella mia perizia (in 200 pagine depositate in Procura), ovvero che a scrivere le lettere all'ex sindaco era veramente Messina Denaro, ma vai a smentire ciò che poi lo stesso boss ha confermato durante il primo interrogatorio ai magistrati. Abbiamo una certezza di questo scambio epistolare, nulla di improbabile. Il film è uscito quando questa certezza era già di dominio pubblico. Quindi quando si è responsabili di una pellicola di questo calibro, sarebbe auspicabile informarsi sui personaggi di cui si parla. Bisogna essere consapevoli di ciò che si sta trattando. E trattarlo possibilmente con la serietà che merita.

Non si sta parlando di personaggi qualunque dopotutto…

E non si sta parlando di un film "leggero". Si è voluto dare un taglio, per certi versi “leggero” ma i personaggi da cui sono ispirati non lo sono per niente e le persone che andranno a vedere questo film, potrebbero prender per vere le informazioni e le ricostruzioni fatte passare e questo non è propriamente corretto. Matteo Messina Denaro non si è mai servito di un amanuense. Questo deve essere ben chiaro. Dalle fidanzate, a Provenzano, ai picciotti, passando per Vaccarino e arrivando alla sorella…ha scritto sempre lui e di suo pugno ogni singolo pizzino.

In questo film non danno una bellissima immagine delle istituzioni. Lasciano intendere che siano stati i servizi segreti a non voler arrestare Messina Denaro: cosa ne pensa? 

I nostri servizi segreti vengono ridicolizzati. E su questo punto sono ferrea. L’allora Sisde aveva trovato la strada giusta. Quell’operazione con Vaccarino era geniale. A prescindere da come sia andata a finire (una fuga di notizie aveva mandato tutto in fumo) quella operazione stava funzionando. Tant’è che come abbiamo dimostrato Vaccarino era riuscito a trovare un canale con il latitante. Sarebbe stata solo una questione di tempo. Quindi ridicolizzare le nostre istituzioni di allora o ancora peggio, creare una cortina fumogena attorno ai suoi uomini è qualcosa che ho mal digerito. E come me credo tanti altri.

La moglie di Antonio Vaccarino era stata informata dell'uscita di questo film? 

No, nessuno l'ha mai contattata. Eppure nel film c'è anche il suo personaggio. Si parla della sua famiglia, di suo marito. Sarebbe stato quantomeno un gesto di cortesia da parte loro.

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