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Cambiamenti climatici

Cosa dobbiamo aspettarci la prossima estate con la siccità di questi mesi

Secondo Monia Santini, scienziata del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, la siccità che stiamo già registrando soprattutto nell’area Padana è destinata ad aggravarsi nei prossimi mesi a causa dell’aumento delle temperature.
Intervista a Monia Santini
Responsabile Impatti sulle risorse idriche del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici)
A cura di Davide Falcioni
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La siccità non accenna a mollare la presa, con un inizio di 2023 che in Italia si sta rivelando finora il più caldo di sempre, con una temperatura di quasi 1,5 gradi in più rispetto alla media stagionale. La carenza d'acqua è ormai cronica e ad aggravarla è stato un mese di febbraio particolarmente arido. Gli effetti sono evidenti, con i grandi laghi che hanno ora riportano – secondo uno studio di Coldiretti – percentuali di riempimento che vanno dal 19% del lago di Como al 36% del lago di Garda fino al 40% di quello Maggiore, mentre il livello idrometrico del fiume Po a Ponte della Becca è a -3,2 metri.

Insomma, la siccità dell'estate 2022 non deve essere considerata una sfortunata parentesi ma una condizione alla quale sarà meglio fare l'abitudine. I prossimi mesi rischiano infatti di essere anche peggiori perché anche se le precipitazioni dovrebbero essere in linea con la media storica le temperature aumenteranno e favoriranno l'evaporazione dell'acque. La dottoressa Monia Santini, Responsabile Impatti sulle risorse idriche della Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), ha spiegato a Fanpage.it cosa ci attende la prossima estate e quali interventi andrebbero messi in campo con la massima urgenza.

Innanzitutto cosa dicono i dati in vostro possesso?

Rispetto al trentennio di riferimento (1991-2020) in Italia abbiamo avuto un mese di dicembre con precipitazioni nella norma e un gennaio addirittura leggermente superiore, mentre a febbraio abbiamo assistito a un vero e proprio crollo delle piogge. Il problema principale però è quello delle temperature, che sono sensibilmente più alte della media e di conseguenza favoriscono i processi di evaporazione, non permettendo all'acqua che cade di nutrire i corpi idrici di superficie e sotterranei. L'anomalia termica nell'ultimo trimestre sfiora il grado e mezzo, e non è poco. Si pensa sempre a quanta pioggia cade, mentre si considerano ancora troppo poco gli effetti delle alte temperature che, in un bilancio idrologico, sono fondamentali.

Le anomalie termiche e la siccità sono una conseguenza diretta del surriscaldamento globale?

Sì, certo, e su questo la comunità scientifica non ha più dubbi da tempo. Le attività umane causano un aumento della concentrazione di gas climalteranti; ciò fa sì che l'energia rimanga intrappolata nei vari strati dell'atmosfera causando un aumento delle temperature. Questo processo ha cominciato ad accelerare con la Rivoluzione Industriale in seguito all'aumento del consumo di combustibili fossili, ma anche il comparto agricolo ha dato un contributo significativo. L'agricoltura, con il settore zootecnico e gli allevamenti intensivi, ad esempio, contribuisce per circa il 13% all'aumento delle emissioni di gas serra, e fino a un quarto se si considera il contributo del settore forestale e i cambiamenti di uso del suolo. In questo quadro la crescita della popolazione mondiale non fa che peggiorare la situazione.

La scorsa estate gli italiani hanno dovuto fare i conti con temperature record e importanti carenze idriche.

Sì, secondo i dati relativi al 2022 forniti da Copernicus nel mondo quello passato è stato il quinto anno più caldo dagli anni ’50, ma è indicativo che gli ultimi 8 anni siano stati anche gli 8 più caldi dagli anni '50. Questa situazione è stata ancora più severa in Europa, dove il 2022 è stato il secondo anno più caldo, con l’estate più torrida e il terzo autunno più caldo dagli anni ‘50. L’Italia insieme ad altre nazioni del Sud-Ovest dell'Europa è stata quella che ha sofferto maggiormente il caldo: quella 2022 è stata l'estate più calda e tra le tre estati più siccitose dal 1980. Tutto ciò aveva portato nella prima decade di agosto ad una situazione di sofferenza per gli ecosistemi a causa della carenza di pioggia, che si è trasformata deficit di umidità del suolo e stress della vegetazione.

Secondo l'Autorità di Bacino Distrettuale del Po la siccità resta critica anche in questo periodo nell’area Padana, e siamo ancora a marzo.

L'ultimo bollettino dell'Autorità mostra una situazione di grave sofferenza all’interno del distretto del Po. Dopo la stagione autunnale e invernale, la situazione sembra migliorata solo parzialmente. Infatti l’ultimo bollettino dell’autorità di Bacino del Po (relativa al mese di febbraio), riporta per l’ultimo trimestre una condizione di siccità idrologica (che si riferisce al regime della portata) da "moderata" a "estrema" per la maggior parte dei sottobacini. In particolare è interessante notare che per 9 su 10 delle stazioni in cui viene misurata la portata, il 2022 e 2023 sono gli anni con valori prossimi ai minimi storici. Anche le precipitazioni sono vicine ai minimi storici, mentre le temperature sono sopra le medie per tutte le stazioni e in alcuni casi coincidenti con le massime registrate sul lungo periodo.

Cosa ci attende nei prossimi mesi?

Le ultime previsioni stagionali per il prossimo semestre prevedono un’anomalia termica positiva, con probabilità oltre il 50-60% di avere valori di temperatura che ricadono nel 33% dei valori più alti registrati del periodo di riferimento (circa 1995-2015), e con variazioni rispetto alla media previste almeno di 0.5°-1°C fino ad estate inoltrata. Le anomalie potrebbero essere anche maggiori ad agosto nel Nord Italia. Questi sono i dati che emergono dal programma Copernicus. Se ad esempio consideriamo la previsione più ottimistica in termini di precipitazioni, risulta comunque una previsione di forte anomalia di temperatura che, in termini di ciclo idrologico, porta a previsioni di portata sotto la norma per gran parte dei sotto-bacini del Po in particolare per la tarda primavera/inizio estate. Questo per sottolineare che, sebbene per le piogge ci sia incertezza sulle variazioni rispetto alla norma dei periodi, è più certo che le elevate temperature contribuiranno all’evaporazione della risorsa idrica disponibile, mettendo in pericolo il ciclo idrologico e quindi a rischio i sistemi più esposti e vulnerabili. Insomma, la siccità è destinata a peggiorare.

E immaginiamo peggiorerà anche negli anni prossimi. Quali piani di adattamento si possono mettere in campo?

Ci sono azioni "soft" come campagne informative per educare al risparmio e alla riduzione dei consumi. Ma queste non possono bastare e sono ormai necessarie anche azioni più impattanti e di tipo ingegneristico: penso ad esempio allo sviluppo di un'agricoltura di precisione che consenta di non sprecare acqua e soprattutto alla manutenzione o ricostruzione degli impianti di distribuzione. In Italia quasi il 50% dell'acqua viene perso a causa di acquedotti vetusti e spesso ridotti a colabrodo. Un altro aspetto su cui si può lavorare è quello della ricerca scientifica, trovando ad esempio colture più resilienti alla siccità e in grado di resistere alla scarsità di risorse idriche.

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